00:00 5 Ottobre 2012

Clima più caldo? Gli esseri viventi diventano più piccoli, perfino i pesci

E' il risultato di diversi studi che hanno utilizzato reperti fossili le cui dimensioni sembrerebbero oscillare in fase con i cambiamenti climatici del passato.

 Era già accaduto nel passato, sia nei tempi più remoti che in quelli che geologicamente sono più vicini a noi. Cinquantamila anni fa ad esempio, nell’era in cui le Alpi avevano appena iniziato il loro sollevamento per intenderci, molti tipi di insetti, complessivamente il 75% di essi, aveva rimpicciolito progressivamente le proprie dimensioni

In quell’era il clima stava attraversando una fase calda. Partendo da questo presupposto i ricercatori hanno approfondito la questione per mettere in chiaro se si trattasse di un caso oppure se effettivamente vi fosse un nesso. E così è emerso che durante periodi più freddi la vegetazione cresceva più rigogliosa e gli organismi animali presentavano dimensioni corporee maggiori.

E infine il riscontro con gli ultimi decenni: con un clima in indiscutibile riscaldamento il 45 % delle specie viventi non ha mutato le proprie dimensioni corporee, mentre la restante parte percentuale ha rimpicciolito la propria statura. Il fenomeno è più evidente nelle piante, probabilmente per via di una minor disponibilità totale di acqua e di una maggior frequenza degli incendi. Naturalmente l’Uomo fa storia a sè, dato che sono molteplici e complessi i fattori che ne influenzano le caratteristiche somatiche e strutturali. 

Lo studio in questione è comunque ancora in fase di perfezionamento, e volge alla conferma dei dati acquisiti. Particolare attenzione è riservata alla fauna ittica, anche con l’ausilio dell’immancabile ciclo dell’ENSO, ovvero delle oscillazioni di Nino e Nina. Interessanti saranno soprattutto i risultati inerenti la crescita delle alghe oceaniche le quali sembrava traessero nel surplus di anidride carbonica una marcia in più per la loro crescita superiore alla media, il che probabilmente non è.

Rimanendo negli oceani, anch’essi per larghi tratti in fase di riscaldamento, pesci e molluschi sono destinati a restringersi a causa del riscaldamento degli oceani, al punto che entro il 2050 il loro peso potrebbe diminuire tra il 14 e il 24%. La stima è stata messa a punto da un particolare modello ed elaborata da un gruppo di ricerca dell’Università canadese della British Columbia. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Nature Climate Change, indica che l’effetto potrebbe riguardare in particolare le regioni tropicali.

Autore : Luca Angelini