Prima la beffa poi anche il danno. Visto che ormai siamo in primavera, possiamo tracciare un primo bilancio di questo strano inverno 2012. Lo facciamo analizzando il fenomeno numero uno dell'inverno: la neve. Ebbene nei 15 (quindici!) giorni di vero inverno che il generale ci ha concesso la neve ha fatto più danni che altro. Perchè?
Perchè è caduta in quantità industriali là dove non era necessaria, o meglio, dove qualche centimetro sarebbe stato sufficiente per accontentare tutti gli appassionati nivofili, mentre proprio ha disdegnato zone come le Alpi, specie quelle centro-orientali, dove invece la sua presenza sarebbe stata assolutamente necessaria per la stagione degli sport invernali.
E così i costi sono doppi e si aggiungono, come dicevamo, alla beffa. Pensate che nelle Marche ad esempio la conta dei danni per le eccezionali nevicate di inizio febbraio ammonta a ben 770 milioni di Euro. Si contano 43 milioni di euro per ripristini e sgombero delle strade, 248 milioni per i danni all’agricoltura, 479 milioni per dissesti e infrastrutture.
Su diverse località delle Alpi invece cifre di diverse migliaia di euro sono le risultanze delle perdite per una stagione sciistica davvero sotto tono. Si contino a tal proposito le spese sostenute per innevare artificialmente le piste e anche le conseguenze indotte dalla crisi economica associata ai prezzi elevati della fruizione degli impianti che ha scoraggiato anche i più appassionati inducendoli a disertare.
Neve salata dunque lungo la Penisola. Una stagione difficile. Difficile come il rapporto che la nostra Italia ha negli ultimi anni con l'inverno e con la neve ma non solo. Ora arriva la primavera e se la grande neve ormai fusa ha lasciato immense voragini sulle strade dell'Emilia Romagna , dell'Abruzzo o della Basilicata, lascia anche un gran deficit idrico in balia del nostro settentrione, con altri conti salati pronti ad essere presentati.