00:00 7 Febbraio 2005

Il nonno…primo esperto di meteorologia

C'era una volta il nonno...

C’era una volta il nonno. Quello pensieroso, vecchio, malinconico, a volte sorridente. Quello seduto sull’uscio di casa, sedia in paglia, fronte al vicolo.
Quello che la sera rientrava stanco, dopo un’intensa giornata
trascorsa tra i campi e la vigna, a lavorar sodo.
Il suo viso, le sue mani, il suo silenzio parlavano di una vita dura,
trascorsa, scandita dai rintocchi delle stagioni e dalle fatiche che non conoscono domenica, in un andirivieni di cicli naturali che il tempo plasmava attorno alla sua nobile esistenza.

Il bicchierino di troppo, la cioccolata al bar e le quattro chiacchiere coi vecchi del paese incarnavano la sua voglia di evasione, distrazioni di una generazione passata, vibrante negli echi e solitaria nella presenza.

E, prima di cena, con la moglie intenta a preparar delizie, con lui si era soliti riunirsi a tavola, accendere il televisore e seguire “L’Almanacco del giorno dopo”, che precedeva il telegiornale di prima sera, sul primo canale della tivù nazionale.

Così si parlava di santi e saggi, colori di una vita andante e per lui maledettamente uguale, tra non poche imprecazioni per un
qualcosa di storto che sistematicamente ogni giorno vedeva ripetersi.

Così, le previsioni del tempo diventavano il diversivo utile delle tante cene consumate dinanzi al camino, bruschetta all’olio d’
oliva in mano e bianco nostrano nel bicchiere in tavola. Si seguivano perché tornavano utili alla vita di tutti i giorni, quella contadina condotta con i mezzi di una volta e tramandata dai padri delle generazioni d’un tempo.

Sapere se il giorno successivo fosse piovuto o fosse brillato il sole, avrebbe di certo fatto la differenza in quel tipo di contesto.

Fu così che il nipote del nonno, tra una partita e l’altra di una “briscola” giocata al lume di candela sotto l’incalzare del temporale, imparò a seguire le previsioni del tempo, avvicinandosi in questo modo, con una certa diffidenza, ma anche con non poca curiosità, a quella scienza agli albori che lo avrebbe portato a discorrere di correnti a getto e similari.
Autore : Emanuele Latini