Che fatica per assaporare un po' i colori e i sapori dell'autunno, tra cui anche il profumo della pioggia, ormai sempre più latitante. L'anticiclone non molla, anche se lunedì 9 verrà ridimensionato termicamente dall'inserimento di aria più fresca da est.
Il problema è che per un anticiclone che si indebolisce ne arriva un altro dall'Atlantico che ne prende il posto e la situazione di stallo si ripete all'infinito. Il modello americano in realtà è più ottimista.
E' vero che vede la colata fredda in arrivo a metà mese spegnersi sui Balcani, senza colpirci in modo diretto, ma subito dopo, dal 16 settembre, introduce una corrente perturbata atlantica che traghetterebbe su di noi diverse perturbazioni cariche di pioggia, come vediamo sia dalla media degli scenari proposti che dalla mappa barica proposta subito dopo, magari un po' estrema ma indicativa di un cambiamento che potrebbe rivelarsi significativo:
Il problema è che non tutti vedono un guasto del genere, anzi alcuni modelli vedono solo l'inserimento da ovest di un altro promontorio anticiclonico, con tanti saluti per le piogge.
Di chi fidarsi? Nel lungo termine (oltre i 10 giorni) il modello americano è sempre stato tra i più performanti e per tutti i discorsi fatti sull'accumulo di aria fredda ai Poli, sul graduale abbassamento del flusso perturbato atlantico e il contemporaneo abbassamento di latitudine della cintura degli anticicloni subtropicali, dovrebbero condurci proprio verso quella strada mediamente perturbata e dunque piovosa.
A proposito di pioggia, ecco quella che indica il modello stesso a livello di accumuli da qui al 21 ottobre, un contributo non trascurabile, soprattutto sul Tirreno e sul nord-est, con cumulate quasi tutti concentrate dopo la metà del mese: