00:00 11 Maggio 2007

I BELLISSIMI di MeteoLive: la dura vita del previsore

Vi raccontiamo una giornata tipo in redazione.

Si arriva entusiasti…5.40…un’occhiata ai giornali…accendi i computer e gli schermi LCD, un’occhiata al televisore, sollevi gli avvolgibili e controlli che il tempo che hai visto in strada corrisponda a quello che sta fuori dalla finestra, e arriva il rito della posta: giù una scarica di 400 messaggi che mette quasi paura.

Quanti insulti? Pochi, meno male, ùela, anche dei complimenti, fanno sempre piacere. Ti fai una spremuta, controlli che le carte siano arrivate via fax, ci sono tutte? Si…non si è ancora inceppato niente, allora…è già una bella giornata.

Dunque, le carte: guardi, paragoni e raffronti, dove va la perturbazione, come sono disposte le isobare, che masse d’aria giungeranno nel Mediterraneo? E non guardiamo i radiosondaggi? Temporale si o temporale no? Gli indici, mah, si direbbe poca roba…sparsi, meglio…isolati, non esageriamo.

La neve d’inverno, un vero supplizio. Perchè vederla scendere è bellissimo, ma prevederla ti fa perdere due anni di vita. E la corrente calda prefrontale, e l’isola di calore, e un aumento termico repentino imprevisto, il cuscinetto freddo in alcune zone e in altre no, e manca quel mezzo grado e ti arrovelli a pensare anche al passato…come andò in quella circostanza? Già si, stessa situazione, stessi gradi, eh combacia ma..si realizzassero una volta due situazioni uguali…mai!

Finalmente hai deciso, hai la previsione in testa ma ora viene il difficile: la devi comunicare, usare le parole giuste, manco stessi per fare una “lectio divina” di un passo della Bibbia.

E giù a meditare su che termine usare, nuvolosità che viene, che va, e dove piove, e quanto piove, e perchè non lì, e là si e là no.
Guai poi a dimenticare qualcuno, la lapidazione è sicura.
E poi le quote neve, analizza la temperatura attuale in quota, quella al suolo, quella prevista dai modelli, valle per valle, regione per regione.
La prima pagina è fatta, arriva l’intervista in diretta con la radio, poi ci sono le interviste con le agenzie, il brain storming con gli altri redattori in redazione e via web con quelli a distanza, e si decide la linea guida con tutte le varianti regionali possibili.

Ma ecco arrivare aggiornamenti nelle carte: in qualche caso li chiamerei stravolgimenti, che fare? Meglio meditare, altro giro di colloqui, poi si prende la linea previsionale ufficiale e la si porta avanti perchè la gente deve capire, programmare, valutare se il caso di fare una cosa o no e non vuole incertezze.

Arrivano i lavori per le aziende, e giù a scrivere mail, a preparare grafici, a rispondere al telefono. C’è un’allerta maltempo da dare: allora ecco lo scheletro delle autostrade e giù di nuovo a meditare, tratto per tratto, ora per ora, non si può sbagliare. La responsabilità è tanta ma la soddisfazione, alla fine, anche.

Nuovo appuntamento radiofonico, poi si pranza sulla scrivania, perchè mentre mordi il tuo sandwich arriva la telefonata. Ogni lasciata è persa e si deve rispondere. Per deformazione professionale non perdi contatto con la finestra, l’osservazione diretta vale più di mille telecamere.

Come va la previsione? Buona ma poteva andare ancora meglio e allora cerchi di capire cosa non ha funzionato sulla Basilicata o sulla Puglia, perchè il modello diceva pioggia e poi non è piovuto.

Arrivano le 14 e si lavora sul lungo termine, altro fax, un rapido giro di consultazione anche in Internet, poi si pianifica il lavoro del giorno successivo e si partorisce la “sfera di cristallo”, infine è la volta di altre rubriche, riecco i clienti, un giretto sul forum se il webmaster ti segnala qualche divertente disputa in corso, si prepara poi il lavoro per le TV, si registrano le previsioni al telefono e puntualmente…si sbaglia e si deve rifare, perchè tutto deve essere perfetto, impeccabile.

Quando stai per uscire…ecco che si realizza la legge di Murphy, uno squillo prolungato del telefono, altri 30 minuti di fuori programma. Alle 19 si stacca, lasciando il collega di turno in compagnia delle nuove carte a meditare.

Incontri la portiera a cui non sfugge nulla: “E allora, la pioggia dov’è?” Inutile giustificarsi, qualunque cosa tu dica, ti mette di fronte al callo che non le fa male e al treno che non si sentiva. Dunque lei lo sapeva già dal mattino e tu fai la figura del povero fesso.

In famiglia, quando rientri, la moglie ti mette in mano una lista: sarà quella della spesa pensi, no, è quella degli amici che per il week-end devono partire e vogliono sapere che tempo farà.
A cena l’umiliazione più grande: “sai che hanno detto che farà freddo?” Si ma allora io che ci sto a fare?

Non basta, chiama il suocero: “pioverà domani alle 16 che devo far buttare il cemento?” Non puoi dire “mah”…Devi dire un altro orario o confermare, sennò ti scaricano dicendo subito, “va beh è inutile, faccio a naso…”.

E’ dura la vita del previsore…
Autore : Alessio Grosso