00:00 24 Febbraio 2009

DA NON PERDERE: psicologia dell’appassionato di meteorologia

Le stagioni e l'appassionato.

Marzo. Il mese più piatto, quello spesso più noioso, quello che non è primavera ma non è nemmeno più inverno, degli alberi nudi ma della gente che già si spoglia ai primi tepori pomeridiani. A marzo può ancora nevicare, ma si respira un’aria diversa, ogni giorno che passa il sole è sempre più alto, le giornate sempre più lunghe. La sera il buio ritarda sempre di più e per un appassionato sono tutti segnali che inquietano.

Si esce sfibrati dalla breve ma intensa stagione invernale passata a caccia di nevicate, nella snervante osservazione dei termometri, notti insonni in attesa di veder comparire il simbolo rettangolare dello zero su quei simpatici aggeggini digitali che ormai vendono anche al supermercato.

L’inverno è stato faticoso: lampione, parabrezza, carte, satellite, radar, ancora lampione, poi i fiocchi: tanti, pochi, svolazzanti, bagnati, fradici, patacche, turbinanti ed asciutti, ravioli. Pioggia, misera pioggerella, pioviggine, pioggia mista a neve, neve mista a pioggia, a tratti neve.

Un inverno così abbatterebbe anche un elefante, bisogna riprendersi, marzo serve a riprendersi, si aspetta. Cosa?
Il primo tuono.
Il primo tuono significa generalmente cambio stagionale. Lascia stare che li hai sentiti anche a gennaio, rarità, ma ora il primo temporale pomeridiano significa che il sole picchia e l’aria “suda” e tira su cumuloni che poi scaricano pioggia.

E comincia la lamentela di chi dice: piove sempre ma non siamo in primavera? Non dovrebbe esserci sempre il sole con 20°C?
E l’appassionato ricomincia a gioire del fastidio del prossimo, movimento, ecco quello che cercava per vincere la noia del quartiere. Nubi cumuliformi, vento, un bel rovescio, se c’è un po’ di grandine non guasta, giusto per la coreografia.

Si passa ad aprile. Mese dei ribaltoni: o freddo, freddo che sembra almeno febbraio, o i primi caldi con la natura che finalmente esplode e mette fine ai rimorsi invernali di quella neve o di quel freddo che sono mancati e il cui ricordo è testimoniato proprio da quegli alberi nudi, ricordo di una stagione che non può più essere.
Bisogna rassegnarsi: è primavera!

Altri temporali, poi la neve illude e bacia la collina, che bello: verde e bianco, una bella foto, inverno e primavera che si abbracciano, ma poi l’inverno parte e ci si avvicina all’estate.

MAGGIO: fiori ovunque, colori, profumi, polline, starnuti, altri temporali, qualcuno anche forte, alcune giornate tranquille in cui finalmente l’appassionato si dedica ad altro ma scruta anche le zone scandinave dove resiste l’ultima neve, cerca le ultime schegge di freddo, quasi per consolarsi.

GIUGNO: prime ondate di caldo, l’appassionato si lamenta ma in fondo gode di qualche bella temperatura estrema, anche perchè magari è munito di condizionatori. Perchè l’appassionato ama tutti gli estremi ma non è cattivo: la meteorologia per lui è spettacolo puro, non la vendetta della natura contro l’uomo, il temporale violento è un’emozione indescrivibile, quello che fa crollare in pochi minuti la temperatura di 10 gradi lo affascina, è come un forte abbraccio con la persona amata.

Passano i giorni, il sole arriva al CULMINE, è alto e possente nel cielo ma con il solstizio comincia il suo lento declino e l’appassionato ne gode. Dai primi di luglio annota con pazienza di quanto si stanno accorciando le giornate e non importa se il caldo impazza a 40°C, con agosto la stagione si avvia alla conclusione. Conclusione? Ma se è il mese delle vacanze? Non importa: temporale d’agosto rinfresca il bosco…e già si pensa alle castagne, alle prime spruzzate di neve in quota.

OTTOBRE: ci si prepara alle grandi piogge, si vuole la grande depressione, la forte perturbazione, si sospira al primo banco di nebbia che taglia radente la campagna.

NOVEMBRE: si affilano i coltelli per l’inverno, fuori magare piove a dirotto ma ci si prepara al grande campionato della neve: 1000m, 900m, 700, neve in collina, fiocchi anche in pianura, comincia la stagione più emozionante. Si guarda alla Scandinavia, poi alla Russia, poi ancora alla Scandinavia. Carte e controcarte, raffronti. Prima gelata, l’appassionato scende nei campi e bacia la brina, l’accarezza.

DICEMBRE: il primo fiocco è un orgasmo, si diventa egoisti. Tutto si vive in funzione della neve. Sono i segreti dell’appassionato.

GENNAIO: si aspetta la grande nevicata, quella che paralizza il traffico, quella che fa la storia, ogni anno si rinnova la sfida a battere il 29, l’85, il 91, il 96.
Ed ogni anno si diventa sempre più morbosi perchè non si sa quanto ci sarà concesso rimanere su questa Terra e dunque bisogna approfittare di tutte le occasioni possibili per vedere nevicate, temporali, grandinate, mareggiate e quant’altro, questa è passione, questa è passione!
Autore : Alessio Grosso