00:00 22 Marzo 2001

Qual è la cosa più folle che avete fatto per la meteo?

Le simpatiche e divertenti risposte degli appassionati

Avete lasciato la ragazza per una nevicata? Vi siete catapultati sull’autostrada per raggiungere un temporale? Avete saltato un esame per elaborare medie statistiche?

Ecco qui di seguito alcune risposte date dagli appassionati che seguono e discutono ogni giorno sul nostro noto forum di meteorologia.
Sondaggio ideato e proposto da Francesco Albonetti.

————-

“Yama”:
Durante la mitica ondata di freddo del Dicembre del ’96, ho provato ad osare il freddo estremo e la mattina del 30 dicembre 1996 con -11° sono andato a prendere il giornale in scooter: i miei mi hanno ovviamente preso per pazzo dato che il paese in cui abito era semi-deserto per il freddo nonostante fossero già le 9.30 di mattina. Non mi sono mai vestito in modo così pesante e ssicuramente il giornalaio mi avrà scambiato per l’omino della Michelin :-)).

Per sbaglio sono andato una volta in scooter in pantaloncini con 6° (che freddo) e probabilmente la volta che ho patito più il freddo è stata una volta in cui ero andato da un mio amico in magletta con una temperatura di 30°; poche ore dopo un temporale aveva portato la temperatura era scesa a 16°: ho percorso 10 km (25 min) in maglietta andando ai 30km/h.

Stare a torso nudo sotto la neve è stata un’ altra pazzia che è comunque nulla in confronto alle precedenti.

Più volte sono andato in scooter sul Colle della Maddalena con anche 5 cm di neve fresca sulle strade e parecchi cm sui prati ritornando sempre inzuppato dalla testa ai piedi ma sempre contento dell’ impresa portata a termine. Fino a quando non ho preso la patente della macchina, non c’era fenomeno meteorolgico (freddo, neve, ghiaccio, pioggia che potesse fermarmi e lo scooter ero il mio compagno di avventura. Ora che ho la macchina mi sto impigrendo sempre più, speriamo passi….

———————————–

Luckyset:
Una delle tante e non certo la peggiore è stata quella di trascrivere su un foglio appeso al muro della mia camera tutti gli orari in cui venivano mandate in onda le previsioni del tempo di tutti i canali televisivi e stazioni radiofoniche; … e incavolarsi quando si accavallavano (senza contare la connessione alle pagine del televideo , l’internet di dieci anni fa.

———————————–

Kelvin:
Mi sento tirato in causa… e confermo, uscendo allo scoperto.
Confesso.
L’omino che tutte le sere, telecomando del videoregistratore alla mano, davanti al televisore con fermo-immagine del Guidone nazionale che illustrava la carta del tempo prevista per il giorno dopo, quell’omino curvo su un foglio con prestampata la sagoma dell’Europa che ricopiava isobare (color verdino), fronti freddi (color blu), fronti caldi (color rosso) e fronti occlusi (color viola), quell’omino, dicevo ero io!

Tutte le sere, dal 1992 al 2000 (con gli inevitabili recuperi post-ferie di tutti i settembre e cassette da vedere), con fidanzate che strabuzzavano gli occhi e mi guardavano con commiserazione, ero lì, a disegnare gli strani geroglifici, mentre sul video Caroselli, bloccato da un telecomando pazzo, si stagliava con bizzarre posture. Figuratevi che una volta, incontrato e conosciuto durante una riunione con gli AAA, ho avuto addirittura il coraggio di chiederglielo! Ho chiesto ad un monumento nazionale di SPOSTARSI (!) un pochino perchè io potessi tranquillamente r!
icopiare la carta.
“Me devo spostà?” chiese. “Se proprio non può, non fa niente” ribattei io.

———————————–

“Andrea2001”
Mi trovavo a Varese per un appuntamento galante una sera di febbraio di quelle nelle quali avevano previsto neve “a quote basse”.
A fine serata, peraltro conclusasi in modo meno “caldo” del previsto (forse perchè guardavo più spesso fuori, dove si ostinava a piovere, che negli occhi della mia mancata partner?!) me ne stavo tornando a casa con la coda tra le gambe quando ho deciso che almeno la neve dovevo proprio vederla. Così dopo un’inversione, ho imboccato la strada del Campo dei Fiori che comincia subito fuori città.

Inutile dire che si tratta di una strada stretta, in forte salita e piena di tornanti. A 600 metri la pioggia si trasformava in neve, ma io, non pago, continuavo a salire senza catene. A 800 metri la neve cominciava ad attaccare ma io non accennavo a fermarmi. Sono arrivato in cima (oltre 1000 mt) dove tra l’altro si trova uno spiazzo panoramico molto gettonato dalle coppiette varesine e sono rimasto in contemplazione per alcuni minuti.

Quando ho pensato per la prima volta che la discesa non sarebbe stata facile, era troppo tardi. Dopo un paio di sbandate ho dovuto fermarmi, altrimenti s!
arei finito a valle in modo molto traumatico.
Non sono riuscito a scendere che nella tarda mattinata successiva, quando lo spazzaneve ha ripulito la strada sei 60 cm di neve caduta per riaprire la via della stazione fulmini che si trova poco più in là.
Giornata di lavoro persa, gran freddo, ma ho avuto in fondo la mia notte d’amore…

———————————–

“Freerider”:
Quando ci sono un paio di gradi sopra lo zero e piove si usa, tra pazzi, salire su un vicino monte che svetta sulla pianura a 800 mt.
E naturalmente, sopra i 600, neve è.
Orbene, una domenica pomeriggio, si parte, si sale, inizia la neve, si inizia a slittare, la strada diventa sterrata, ci si mette di traverso, e a quel punto ci si ferma.
Inversione, non a U ma a doppia L con buon uso di freno a mano…

L’auto non ricordo quale fosse, un diesel SW comunque con capiente portapacchi, l’autista faceva e fa il falegname…
Ideuzza… Ci facciamo un pupazzo di neve e lo portiamo in paese dove piove?
Naturale… Ecco che i nostri eroi che nella tormenta fanno un bel pupazzo, lo issano sul portapacchi…
Vi allegano altri quattro cubi di neve, accessibili comodamente dai finestrini.

E via con la discesa. Si scende in una cittadina, si viola un’isola pedonale, e si fiocinano i paonazzi sparuti passanti con palle di neve transitando. Poi si va in un giardino pubblico davanti ad un frequentato cinema, e il pupazzo, dopo un rapido restauro, viene lasciato integro sull’aiuola.
Poi ci si apposta nell’atrio del cinema a osservare, e non vi dico che cosa diceva la gente in transito. Roba da candid camera.
Per la dama bianca questo e altro…

———————————–

“Badu”:
Avevo deciso di sistemare per la 1° volta un secchio in mezzo al giardino per verificare una volta per tutte il quantitativo di precipitazioni che un bel temporale poteva apportare.
Corro subito in giardino, e cerco di fissarlo a terra piantando attorno un pò di rami strappati (piccoli) dal primo albero che mi è capitato sotto mano (mi dispiace per l’albero, ma il temporale si stava già facendo avverire con i suoi primi refoli di vento,) in modo tale che il vento non me lo capovolgesse facendo uscire l’acqua accumulata.
Il cielo è scurissimo, e iniziano a venire giù prima dei grossi goccioloni, poi di colpo un grosso rovescio accompagnato da raffiche di vento davvero forti: nel giro di pochi secondi diventa una bufera!
Rientro a casa.
Noto subito dalla finestra di casa, che il secchio si muove, nonostante sia fissato.
Fuori si stà scatenando il temporale in tutta la sua forza, e senza pensarci due volte, corro immediatamente in giardino, e decido di usare le mie forze per sostenere il secchio.
Non vi racconto cosa ho visto: prima il viso scioccato di mia mamma nel vedermi in mezzo al giardino a sostenere un secchio, mentre si stà scatenando un’autentico nubifragio, e poi nel vedere il mio vicino di casa a bocca aperta mentre mi guardava anche lui dalla sua finestra e cercava di capire il perchè di tutto ciò (chissà cosa avrà pensato di me!).
Ma io fregandomene di tutto, attesi il termine del nubifragio (tra i brividi di freddo).

Da quel giorno, il mio vicino di casa, mi guarda sempre con occhio sospetto ogni volta che c’è un temporale e mi affaccio dalla finestra per vedere il mio secchio…

———————————–

“Vava”
Inseguire un temporale seguendo il bagliore dei lampi in una afosa notte d’agosto, e poi fermare la macchina e fotografare i fulmini annusando il profumo della terra bagnata…
Uscire sul balcone allagato bagnandomi completamente coi goccioloni di pioggia per “festeggiare” la fine di un terribile agosto (decretata da quel fronte freddo)…

Inseguire la neve piantando in asso le lezioni dell’università…
Partire in bici (perchè in bolletta e con la macchina a secco di benzina) sotto la pioggia (dicembre ’88) per cercare la neve e beccarsi la pioggia ghiacciata ( :-(( )a Serramazzoni (quasi 800m), quindi entrare in un bar e consumare le uniche 2000 lire per una cioccolata calda mentre furtivamente mi toglievo le scarpe e mi asciugavo i piedi sul termo.

Guardare fuori e vedere la luce, per poi accorgersi che non era quella del giorno, ma di un lampione, quindi partire nel buio (col fanale ma coi freni difettosi e bagnati) e nella pioggia per rientrare molto più che bagnato e coi piedi rossi, quasi violacei (avevo scarpette da tennis), e trattenere l’urlo di dolore (perchè i miei non sospettassero) mentre lentamente si scaldavano…

Posizionare uno specchio in bilico su uno scaffale in modo da vedere lampione e fiocchi di neve dal letto…
Passare una mattina all’Ufficio Idrografico del Po a copiare dati di annate invidiabili…
Arrivare a destinazione con la Mountain Bike e non poter bere perchè l’acqua della borraccia è ghiacciata!… (Che sia capitato anche a Fantozzi?)

Gioire, sotto un portico di Fanano, nel vedere i chicchi di grandine saltellare impazziti da tutte le parti, mentre la morosa un pò impaurita quasi mi molla! (Poi m’ha sposato e… non può dire che non lo sapeva che sono meteopazzo!) 29/6/91: come poter dimenticare quel temporale! (con 9°C a 640m, 5°C a Sestola, 1000m, e neve sopra i 1500m)…

Scrivere sul Forum di MeteoItalia quasi a mezzanotte invece che dormire…
…Queste e tante altre pazzie che non ho il tempo per raccontarvi, più quelle che farò,
il prezzo (prezzo per gli altri!) da pagare per la passione per la neve, i temporali, il freddo, gli eventi estremi…
Passione che mi accompagnerà per tutta la vita!

Sondaggio ideato e proposto da Francesco Albonetti (Albedo59).
Autore : Redazione MeteoLive®