00:00 5 Giugno 2002

Viaggio sul BERNINA-EXPRESS

Uno splendido fine settimana fatto su misura per coppie o famiglie che abitano in Lombardia e zone limitrofe o per chi abita un po’ più lontano ma che non disdegna levate mattutine.

Qui lo scenario è dominato dalle alte vette innevate, dai ghiacciai eterni, dalla moltitudine di alberi, fiori, cascate, ruscelli e dalla natura incontaminata dove gli unici rumori sono lo squittire della marmotte e lo scorrere delle acque. Un piccolo paradiso che molti hanno già visitato ma che invitiamo coloro che non lo hanno ancora fatto a percorrerlo così come noi ve lo indicheremo. Sicuramente non dimenticherete. Stiamo parlando della Val Poschiavo, del trenino rosso del Bernina che collega Tirano in Valtellina a St.Moritz in Engadina.

Possibile itineraio
Sabato: in auto – Lecco – Colico – Sondrio – Tirano – Campocologno (CH) – Poschiavo – Passo del Bernina – Pontresina – (a piedi la Valle del Roseg e ritorno a Pontresina) poi ancora in auto eventualmente Celerina e poi St. Moritz e ritorno al Bernina e poi, attraverso il Passo della Forcola, Livigno, pernottamento.
Domenica: una bella giornata a Livigno tra passeggiate e rito dello shopping, rientro.

La partenza fa capo a Lecco dove, bene o male, tutti coloro che provengono dall’Ovest e Sud della Lombardia devono arrivare. Chi parte dalle zone ad Est, bergamasca o bresciano, potrà prendere in considerazione di percorrere la Val Brembana e attraverso il Passo S.Marco arrivare a Morbegno in Valtellina, o la Val Camonica e la Val Corteno fino a Tresenda in Valtellina.

La gita è consigliata in Luglio, e perché si trova meno gente, e perché più facile trovare alloggio a Livigno per una notte. Prima di decidere di partire assicuratevi che le condizioni meteo siano favorevoli.

L’abbigliamento sia sportivo, scarpe da ginnastica con suola di gomma consistente o da trekking (migliori quest’ultime se ha piovuto nei giorni precedenti) – borsa termica piena di cose buone dal mondo per il pic-nic di mezzogiorno – Un giacca a vento è un maglione sono sempre consigliabili.
Carta d’identità e documenti di viaggio.
Trattandosi di una gita che vogliamo fare senza svenare noi e il portafoglio, consigliamo di fare benzina per arrivare fino a Livigno (lì il pieno costa dai 15 ai 20 euro in meno, che è già un piccolo risparmio sulla gita). Sarà bene avere qualche Franco Svizzero al seguito almeno per i parcheggi.

Partiamo da Lecco e subito dopo imbocchiamo le gallerie della superstrada che in circa 20 minuti ci porta a Colico, che non vedremo, in quanto usciremo nell’abitato di Piantedo, da dove sarà bene rispettare i limiti di velocità e il codice della strada fino a Tirano. Chi non è alla guida potrà distrarsi guardando la Valle dell’Adda con i paesini posti alla nostra sinistra , siti di insediamento tradizionali, costruiti un po’ lontani dal fondovalle un tempo paludoso.

La strada SS 38 che stiamo percorrendo, si dipana sul fondovalle in modo quasi sempre rettilineo accompagnata lungo il percorso dagli innumerevoli centri commerciali e produttivi nonché dai quartieri di recente urbanizzazione. Arrivati a Morbegno , un centro tra i più importanti della valle, possiamo vedere verso nord-est per breve tempo le cime bruno rossastre e i ghiacciai del Monte Disgrazia (3678 m) A destra troviamo la confluenza con la strada che attraverso il Passo S. Marco porta in Val Brembana. Qualche chilometro più avanti sulla sinistra, lungo il crinale della montagna, a partire da Ardenno, troviamo i terrazzamenti, frutto delle indescrivibili fatiche di intere generazioni di contadini, ove sono coltivati con cura i vitigni tradizionali della Valtellina che vanno dal Sassella al Grumello, dall’Inferno al Valgella.

Sondrio, grazie alla circonvallazione è superata in pochi minuti. A sinistra possiamo vedere la strada che con rapidi tornanti si innalza verso la Valmalenco. Sulla destra oltre alle coltivazioni di mele possiamo ammirare le cime delle Orobie, come il Pizzo del Diavolo (2926 m) e il Pizzo di Coca (m. 3052) A Tresenda la statale riceve da destra la strada SS. 39 che proviene dalla Val Camonica e dall’Aprica.

Il paese di Teglio, posto in posizione più elevata, ci ricorda il paese che ha dato il nome alla valle. Arrivati a Tirano abbiamo solo il tempo di ammirare il Santuario della Madonna per girarvi attorno subito a sinistra in direzione Poschiavo.
Per gli amanti della storia si consiglia di fare un utile ripasso circa le guerre di religione che in questa zona ebbero luogo tra il 1620 e i1 1639 tra cattolici e protestanti, guerre tanto bene descritte dal Manzoni con le scorrerie di eserciti svizzeri, francesi, austriaci, spagnoli e con la famosa peste del 1630.

Dalla stazione di Tirano parte il treno del Bernina in uno dei più suggestivi percorsi effettuati dai treni panoramici delle Alpi D’ora in avanti la strada ferrata seguirà a volte vicina, a volte snodandosi più a monte, la strada Cantonale 29. A Campocologno attraversiamo il confine e subito dopo, incontriamo il primo capolavoro di ingegneria ferroviaria: il viadotto elicoidale di Brusio ove il treno del Bernina compie un giro a 360° per superare una forte pendenza. Pochi chilometri e sulla sinistra costeggiamo il lago di Poschiavo con la rete ferroviaria sotto di noi.

Più avanti la strada ferrata attraversa i successivi paesi di Le Prese e di S. Antonio infilandosi tra le case e occupando parte della strada cantonale.

Arrivati a Poschiavo (siamo a 1001 mm.) ottimo centro di villeggiatura, la strada si allontana a destra dalla strada ferrata e incomincia a salire con pendenza più accentuata. Coloro che non sono alla guida comunque possono seguire il percorso del trenino sulla sinistra anche laddove affronta quattro ripidi tornanti attraversando fitte abetaie.

Alle nostre spalle si possono vedere le Prealpi bergamasche. In circa 15 minuti, dopo aver superato il bivio della Forcola che porta a Livigno, si arriva quindi al Passo Bernina (2323 m.)

Con il suo Ospizio, il bel ristorante, e il suo vasto parcheggio (a pagamento) Qui possiamo spaziare la vista sul Gruppo del Bernina (senza però vederne la vetta).

Sotto di noi il lago Bianco. Scendiamo ora verso Pontresina attraverso la Val Bernina e ritroviamo il trenino nel suo percorso più pianeggiante. Dopo aver superato gli impianti di risalita del Diavolezza la strada è attraversata dalla ferrovia per poi compiere una curva a sinistra, qui è obbligatorio fermarsi perché è solo qui che si vede d’infilata il Pizzo Bernina e il Ghiacciaio del Morteratsch (siamo a quota 1900 ca.) Ancora pochi minuti di discesa con a destra le pareti del Piz Languard e sulla sinistra il fiume Bernina e ci troviamo a Pontresina ( m.1805), bella località turistica che insieme a Celerina hanno un comprensorio esteso per la pratica della sci di fondo.

Nel 2003 ospiterà unitamente a S. Moritz i mondiali di sci. Il paese è ricco di Alberghi e di attrattive turistiche. Ci dirigiamo alla Stazione ferroviaria ( m. 1775) dove troviamo un ampio parcheggio a pagamento. Sono circa le 11, abbiamo percorso 158 Km. Dopo aver ritirato tutto ciò che ci serve dalla vettura (zaino, fotografiche, acqua, cioccolato, salamino e il resto) ci accingiamo alla lunga camminata, di circa sette chilometri lungo la valle del Roseg. Il percorso segue la strada sterrata e privata che porta all’Albergo Roseggletscher (m.1993) (Ghiacciaio del Roseg) e si snoda dolcemente ( poco più di 200 m. di dislivello in sette Km.) in una splendida cornice di spuntoni rocciosi, boschi, piccole cascate. Alla nostra sinistra scorre il torrente Roseg, a volte impetuoso, a volte con pendio più dolce. Se si è fortunati si possono vedere le marmotte di cui comunque gli squittii risuonano spesso nella valle. Chi ama i fiori qui troverà quasi tutte le qualità che la natura alpestre ci dona, farà bene però a solo fotografarli.
E’ facile incontrare lungo il percorso carrozze trainate da cavalli , cariche di turisti (in questi anni per lo più giapponesi ) e qualche mountain bike. Il panorama è comunque sempre splendido anche se leggermente incassato nella valle. Dopo circa due ore di bellissimo cammino, atto a svegliare l’appetito, eccoci arrivati all’Albergo. Da qui si può continuare a salire sempre dolcemente per avvicinarsi sempre più al ghiacciaio, seguendo bene i sentieri in modo che i diversi torrenti che scendono paralleli al torrente Roseg non ci vietino di proseguire obbligandoci a tornare sui nostri passi e riprovare per altra via.

Verso le 15 si prende la strada del ritorno con visita a Pontresina, Celerina e S. Moritz. Alle 16.45 ci dirigiamo nel centro di Pontresina dove possiamo ammirare le sue imponenti case antiche, ristrutturate secondo il loro aspetto originario e i numerosi alberghi che si snodano lungo la via principale. La visita è molto breve e ci dirigiamo poi in direzione Celerina dove si vede la pista invernale relativa ai bob e subito dopo il lago di S. Moritz. Qui giunti, salendo lungo la Via Serlas si può parcheggiare sulla sinistra nel parcheggio a pagamento vicino alla Posta per poi visitare il centro cittadino.
Siamo nella capitale dell’alta società internazionale, l’epicentro dell’eleganza. Guardare costa solo il prezzo del parcheggio e, la bellezza del centro, delle costruzioni, degli alberghi, nonché il lago che vediamo davanti ai nostri occhi circondato dalle cime del Piz da Stax, P. Mezdi, P. Rosatsch, P. Surley. Meritano certamente il prezzo del ticket. Il resto e questione di gusti e possibilità. Sono le diciotto e ci conviene prendere la strada per Livigno ove pernotteremo.

Ritornati al passo del Bernina dopo alcuni chilometri di discesa troviamo l’indicazione per Livigno, a sinistra, e subito il posto di frontiera. La strada risale verso il passo della Forcola (2315 m.) Qui la strada è accompagnata da montagne che presentano il loro lato più brullo, ma sempre di straordinaria bellezza, specie nel primo tratto di discesa, per poi immergersi nel verde dei campi che dall’Alpe Vago ci accompagneranno fino al Lago di Livigno. Qui giunti in albergo ( noi siamo arrivati verso le 18,30) ognuno deciderà il proseguo della sua gita come meglio crede. Abbiamo percorso 215 Km.

La serata si presta alla visita di 4 Km. di negozi, ristoranti, e a tutte le altre attrattive che un centro di villeggiatura offre. Se alla sera sarete moderati, l’indomani offrirà migliori occasioni per curiosare meglio Livigno.

Escursionisticamente parlando la mattinata potrà anche essere in parte dedicata ad una passeggiata breve, salendo con la macchina al Passo d’Eira. Da qui il sentiero 125 porta al Monte La Parè (2393 m.) con un dislivello di nemmeno 200 metri solo in parte impegnativo ma solo perché la salita e un po’ più ripida. Sul sentiero si incontrano le croci che fanno parte della Via Crucis che diparte quasi dal Lago di Livigno.

Vi sono innumerevoli panchine per bearsi del panorama che spazia su tutta la valle di Livigno fino al Bernina. Il pomeriggio è libero e ognuno, considerando le ore di viaggio che lo separano da casa, e in base alle forze che gli sono rimaste, può decidere l’ora della partenza, ritornando per la strada percorsa (la più breve), o scendendo dal Passo del Foscagno per visitare Bormio.
Autore : Luciano Grosso