00:00 11 Gennaio 2007

Fa caldo…e anche la natura se ne accorge!

Fioriture anticipate, alberi con le gemme già gonfie, persino i cicli degli animali risultano alterati. Insomma, questo non-inverno sta mettendo a dura prova anche la natura che ci circonda.

Siamo a metà gennaio e fa caldo! Nulla a che vedere con le canicole estive, ma avere dai 5 ai 10° in più rispetto alla media è un grosso “fardello” che la natura deve portarsi dietro. In pratica siamo in pieno inverno, così dice il calendario, ma se allunghiamo lo sguardo e osserviamo ciò che ci circonda possiamo ben vedere che la natura quasi non se ne accorge. Non è catastrofismo gratuito, ma pura realtà.

Uccelli che cantano e preparano i nidi; piante che già fioriscono, con diversi mesi di anticipo; alberi che non hanno ancora perso del tutto le foglie, anzi, in alcuni casi non le hanno perse affatto.
Per non parlare dei prati, ancora abbastanza verdeggianti, soprattutto in quelle aree dove la pioggia non si è fatta desiderare.

Le forzature climatiche sono sempre dannose per la natura che ci circonda. Il ciclo vegetativo di una pianta prevede difatti un periodo di quiescienza, che corrisponde ai mesi invernali statisticamente più freddi (Gennaio e febbraio). Se per qualche motivo, tale periodo viene a mancare, si manifestano una serie di scompensi all’interno della pianta stessa, che impongono alterazioni marcate nello sbocciare dei germogli e dei fiori.

In Liguria, quest’anno, la floricoltura è in profonda crisi. Tale regione risulta famosa per la produzione di fiori nel periodo invernale, stante il clima che in alcune zone è alquanto mite. La totale mancanza di freddo ha determinato un anticipo della fase floreale, che invece di presentarsi in inverno, ha avuto il suo culmine nel tardo autunno. Qual’è il problema? Semplice! Una pianta che fiorisce non potrà più rifiorire nel corso dell’anno. Se il “boom” floreale si ha in un periodo in cui la richiesta di fiori è minima, esso non potrà più verificarsi nei periodi “giusti” per consentire un adeguato guadagno.

Per non parlare del grano, che risulta già visibile nei campi! Un paradosso più unico che raro dato che siamo a gennaio.

Insomma, si parla tanto di neve mancante, di piste da sci completamente brulle, del mercato sciistico invernale che quest’anno rischia una grossa crisi, ma non possiamo dimenticarci degli effetti che tale assurda situazione sta provonando sulla natura che ci circonda.

Se l’inverno dovesse farsi sentire con un’unica “bordata” fredda dopo mesi e mesi di caldo allora il disastro sarebbe completo. Immaginatevi quali effetti potrebbe avere una forte gelata su un campo di grano già germogliato! Oppure sulle piante da frutto già fiorite…magari a fine gennaio!

La speranza di tutti (ma proprio di tutti…a questo punto) è quella di “salvare il salvabile”, o meglio di salvare almeno parte dell’inverno in modo da limitare il più possibile i danni che una siffatta situazione sta comportando.
Autore : Paolo Bonino