00:00 4 Settembre 2010

Cosa provoca la defogliazione?

Cerchiamo di analizzare quali possono essere gli effetti delle condizioni esterne sulle foglie degli alberi in autunno.

Da metà ottobre fino a fine novembre guardando le piante dei parchi nelle nostre città, notiamo che le foglie si staccano molto gradualmente dai rami, talvolta ci rimangono sino a dicembre. Si, sono ingiallite, qualcuna è anche caduta, ma sono ancora lì. Se analizziamo il comportamento di un albero a foglie caduche nei mesi autunnali, notiamo che il suo spoglio viene solo in parte condizionato dalle situazioni esterne.

Naturalmente se la temperatura risultasse più bassa della media stagionale e spesso accompagnata da vento forte, questo faciliterebbe il distacco delle foglie, in quanto verrebbero maggiormente sollecitate.

Anche in caso di pioggia forte accompagnata da vento il risultato sarebbe lo stesso. Certamente un calo termico improvviso a -5°C sarebbe fatale in poche ore ma sul nostro Paese ciò è abbastanza raro. Il tempo umido, calmo, piovoso e con temperature al di sopra delle medie determinerebbe invece una minore sollecitazione esterna con le foglie che rimarrebbero sugli alberi più a lungo.

Tuttavia, il ruolo più importante che regola la caduta delle foglie è indipendente dalle sollecitazioni meccaniche e viene chiamato “fotoperiodo”. Per fotoperiodo si intende il numero delle ore di luce che si hanno in una giornata. D’estate ovviamente è maggiore, mentre in inverno è molto ridotto.

La riduzione delle ore di luce giornaliera incide sui processi fotosintetici che avvengono nelle foglie. Il risultato è un loro ingiallimento, con conseguente distacco, che verrà agevolato o meno dalle condizioni esterne. Nella parte di collegamento tra il ramo e la foglia (picciolo) si forma uno strato di sughero ( strato di abscissione) che interrompe il collegamento tra la pianta e la foglia che si trova improvvisamente senza linfa. Ne consegue un suo ingiallimento e distaccamento.

Autore : Paolo Bonino