00:00 22 Giugno 2001

CORSICA: escursione al Lago Nino(1743)

Un suggerimento turistico per le vostre vacanze in una meticolosa descrizione.

Abbiamo pernottato a Ponte Leccia nell’alta Corsica, dove si incontrano le strade nazionali 193 proveniente da Bastia e la 197 proveniente da L’Ile Rousse, nonché la nuova 1197 proveniente dalla Bocca di Vezzu chiamata la Balanina.

Verso le 7.30 del 8 giugno 2001 siamo partiti in quattro per una escursione al Lago Nino partendo dalla Casa Forestale della Popaja, ( Poppaghia) ed eventualmente arrivare poi al Col del Vergio lungo il sentiero GR20, il sentiero escursionistico che attraversa tutto il parco regionale della Corsica da nord a sud.

Abbiamo percorso in automobile la D84 che segue il percorso del fiume Golo ( il fiume più lungo dell’isola) che nel corso degli anni ha disegnato un pittoresca e selvaggia gola.

La strada scorre seguendo il corso del fiume, fra alte rocce di granito rossastro con pareti strette la cui erosione da parte degli agenti atmosferici è evidente. La strada fu iniziata alla fine del 1800 per terminare agli inizi del secolo scorso e fu costruita per facilitare il trasporto a valle dei tronchi tagliati nella foresta di Valdo Niello (Valdu Niellu)

Per l’impegnativa opera furono impiegati i forzati delle patrie galere e lungo il percorso ho spesso pensato all’immane lavoro di quei poveri uomini. In alcuni punti è abbastanza stretta e se l’incrocio con altra autovettura è difficoltoso solo in brevi tratti, l’incontro con un mezzo pesante è più problematico e si consiglia di fermarsi nei luoghi più opportuni, per consentire il traffico alternato.
La gola e chiamata anche Scala di S. Regina, nome che stando alla leggenda , le é stato dato da S. Martino.Al culmine della salita appare sulla sinistra la diga idroelettrica che ha consentito il formarsi del Lago di Calacuccia dove si specchia il paesino di Calacuccia, capoluogo del Niolo da cui si può ammirare l’altopiano granitico del monte Cinto.
Il paesino, ridente luogo di villeggiatura, mèta o punto di partenza per molte escursioni in tutta la regione, oltre alle bellezze che la natura gli ha donato, offre al turista la visita della Chiesa di S. Pietro e Paolo.
Proseguiamo quindi sulla D84 che in questo tratto è quasi pianeggiante, in direzione di Albertacce, altro piccolo paesino circondato da alberi di noccioli e castagneti, dopo il quale incontriamo i ponti romani sul fiume Golo, che anche qui, tra enormi sassi, forma delle piscine naturali e ampie pozze, vero invito per i bagnanti nel periodo estivo.
Arrivati alla Casa Forestale, fermiamo l’automobile sul grande piazzale pargheggio sulla sinistra, dove parcheggiano la vettura tutti coloro che programmano una escursione al Lago Nino.

Ultimati i preparativi della vestizione notiamo con sorpresa che una mezza dozzina di piccoli e grandi maialetti si era intanto avvicinata per godere il piacere di qualche buon boccone che oramai da tempo sono abituati a farsi servire dai numerosi escursionisti.

Consiglio: cercate di ignorarli, perché altrimenti vi seguiranno ovunque e li dovrete adottare; se date loro qualcosa da mangiare gettatelo a terra e non dateglielo con le mani – certe volte non sanno che le dita sono le vostre.

Detto che siamo nelle foresta più grande e nella località più piovosa dell’isola (in media più di 1300 mm. anno), abbiamo il tempo di notare che l’area del posteggio e attrezzata con diversi tavoli con relative panchine in legno, che invitano ad un piacevole spuntino, tanto più che il tutto, è servito da una fontana in pietra da cui sgorga acqua molto fresca.
Dopo esserci attrezzati per l’escursione, incominciamo il cammino, indicato da segnaletica gialla dipinta su abeti o pini larici la cui altezza può superare i 30 metri. All’inizio il sentiero è molto facile e dopo dieci minuti si incontra la strada frangifuoco usata dalla guardie forestali per osservare e controllare la foresta.

Attraversatola, il sentiero riprende sempre facile ma con maggior pendenza mantenendo il torrente sulla sinistra, che con il suo dolce scroscio d’acque vi accompagnerà per un buon tratto del percorso. Dopo circa quaranta minuti di cammino il sentiero lambisce lo stesso torrente, che bisogna costeggiare sui massi, mantenendo la destra. Poco dopo ci si imbatterà in un largo lastrone di granito che comunque non presenta difficoltà di pendenza, e ancora dopo incontreremo un piccolo pianoro sempre però ricoperto da conifere e con alcuni alberi abbattuti e in decomposizione. Qui è facile trovare mucche al pascolo.

Da qui in avanti, il sentiero sarà indicato, oltre dalla segnaletica gialla sugli alberi ,da numerosi cumuli di pietre più o meno grandi che strada facendo diventeranno via via più numerosi. Proseguendo, troveremo che il sentiero si restringe tra arbusti più o meno alti, terminati i quali incontriamo nuovamente il torrente che qui bisognerà attraversare. Chi è rimasto senz’acqua è bene faccia provvista anche perché se la giornata è assolata, d’ora in avanti non beneficerà più di molti tratti ombreggiati.
Dopo il torrente il sentiero si presenta con maggiore pendenza , e dopo aver lambito un pino laricio colpito da un fulmine, finalmente si arriva agli ovili di Colga. Il tempo impiegato dalla Casa Cantoniera agli ovili è stato di circa un’ora e quindici minuti Agli ovili di Colga troviamo una costruzione in muratura che può dare rifugio durante i temporali o i forti acquazzoni che qui si possono abbattere. Il luogo è disseminato di pietre e massi di ogni dimensione, pietre che sono servite ad erigere piccoli muretti per accudire gli ovini. La costruzione è di proprietà dei pastori che non sempre sono presenti.

Conoscendo la montagna, lasciano la porta sempre aperta, per consentire l’ospitalità che comunque non va ripagata lasciando sul posto tracce di eventuali spuntini. La salita che porta prima al col della Stazzona e poi al Lago di Nino si fa ora molto più faticosa, il sentiero si snoda tra massi e pietre e la pendenza e molto più impegnativa; in alcuni punti sarà bene impegnare sia i piedi che le mani per non perdere l’equilibrio. La fatica si fa sentire è il percorso è molto simile per circa due ore di salita fino al Colle dove poi si scende al lago Nino.

Superato il colle si presenta ai nostri occhi uno splendido altopiano ricco di pascoli e di vegetazione in netto contrasto con la zona tutta massi e pietre incontrata nella salita. I declivi sono percorsi da piccoli e sinuosi ruscelli. Dagli Ovili abbiamo impiegato circa tre ore, ma la soddisfazione di essere arrivati e la bellezza selvaggia dei luoghi, nonché i diversi colori che assume il Lago a secondo della posizione da cui lo si guarda, ci hanno ampiamente ripagato della fatica.

La parte più difficile della salita si è dimostrata altrettanto difficile nella discesa e, il tempo impiegato per ridiscendere alla Casa Forestale è stato di ben quattro ore. Diffidate dei tempi di percorrenza indicati da alcune guide; indubbiamente si tratta di tempi riferiti ai camosci . Va ancora detto che lungo il tragitto abbiamo incontrato numerosi escursionisti di diversa nazionalità , come numerosi erano gli escursionisti impegnati a percorrere il GR20; numero che ci ha positivamente meravigliato, considerando il periodo di bassa stagione. Arrivati alla Casa Forestale il numero dei maialetti che passeggiavano intorno alle macchine parcheggiate era intanto aumentato. Il tempo impiegato per togliere l’abbigliamento e riporre gli zaini è stato loro sufficiente per accerchiarci e richiedere il pedaggio. Dopo aver porto loro i saluti di rito e i ” complimenti ” affettuosi, siamo risaliti in macchina per ritornare, un po’ affaticati, al nostro albergo dei Turisti a Ponte Leccia che, lungi dall’esserlo, ci è sembrato un albergo a cinque stelle.
Autore : Luciano Rossi