00:00 4 Gennaio 2012

I vortici dell’atmosfera, cosa sono e che tempo ci portano (prima parte)

Sono configurazioni tipiche delle quote superiori, ma che hanno la loro rilevanza dell'andamento del tempo anche al livello del suolo. Riassumiamo sinteticamente di cosa si tratta e quali fenomeni ci possono portare.

 L’argomento integra e completa gli studi pionieristici della mitica scuola sinottica norvegese di Bjerknes, quella che ci ha regalato la teoria dei fronti, cardine della meteorologia e pur sempre attuale. Si tratta delle configurazione a vortice quelle che, anche da una semplice occhiata alle comuni immagini satellitari, abbondano elegantemente sulla faccia del globo.

Questi vortici atmosferici hanno un significato sinottico ben più sottile e interessante di quanto si possa pensare, oggetto di recenti studi che hanno di fatto rivisto l’impalcatura fisica della circolazione atmosferica, tanto da proporre nuove teorie sulla formazione e sullo sviluppo di ciclogenesi e frontogenesi (formazione delle basse pressioni e delle perturbazioni).

Le configurazioni a vortice vengono suddivise in due strutture principali, a seconda della via per la quale si originano: gli Upper Level Low e i Vortici di Vapore Acqueo.

Gli Upper Level Low sono strutture a scala sinottica derivanti dalle onde del vortice polare. Queste onde nel loro evolvere possono venire sottoposte a deformazioni ai lati, processi che ne assottigliano la forma fino a procurare un taglio netto dalla struttura madre.

Tale isolamento del vortice freddo può avvenire per cause termiche, invasioni di aria calda sul settore sottovento (est, a destra dell’asse processo detto "ciclogenesi"), oppure per cause dinamiche, con flussi caldi anticiclonici che spingono da ovest (a sinistra dell’asse, processo detto "stretching"). Il processo dà vita dunque ad un vortice isolato noto come goccia fredda o Cut Off. I cut-off tendono a dissipare la loro energia per attrito nei bassi strati, rimanendo invece ancora attivi in quota, da qui il nome di Upper Level Low, ossia minimo delle quote superiori, meglio conosciuto da noi come "goccia fredda in quota".

Tale soggetto sinottico in estate elargirà condizioni di tempo inaffidabile, con schiarite, ma anche con annuvolamenti consistenti accompagnati a improvvisi rovesci, temporali, grandinate e colpi di vento. In inverno le gocce fredde possono manifestarsi anche solo con poche nubi e un calo della temperatura alle quote superiori. Nel caso di gocce fredde particolarmente cariche, come quelle sfuggite direttamente al vortice polare e originatesi fisiamente sull’Artico, possiamo assistere a rovesci nevosi fino a quote molto basse o prossime alla pianura. Il fenomeno è decisamente più frequente lungo le regioni adriatiche.

Autore : Luca Angelini