Normalmente in una fase di caldo molto intenso tendiamo a definire le giornate come “torride”, proprio per far risaltare il valore di temperatura estremamente elevato.
Utilizzare questo termine però nel caso specifico non è corretto; difatti una giornata si può dire torrida solo se le elevate temperature sono accompagnate da un tasso di umidità estremamente basso.
Ad esempio un clima caldo torrido è tipico dei deserti, oppure di zone spesso sottoposte in estate a venti di caduta dalle catene montuose; è un tipo di calura che provoca una rapida disidratazione del nostro corpo, e che quindi ci costringe a bere molto.
Ad esempio si ha caldo torrido se si registrano 32-35°C con il 12-20% di umidità.
Al contrario il caldo “afoso” è quello provocato da tassi di umidità molto elevati, con forte disagio per il nostro organismo, a causa del fatto che il sudore rimane “incollato” su tutto il nostro corpo senza poter evaporare; la Pianura Padana è in un certo senso il “regno” dell’afa in Italia durante l’estate, ma anche le conche montane (alpine ed appenniniche) subiscono spesso questo tipo di fenomeno.
Di solito infatti in città come Milano, Bologna, Firenze o altri grandi centri urbani, si arrivano a registrare valori di 34-38°C con il 40-50% di umidità, se non oltre.