00:00 27 Giugno 2011

Che fine ha fatto la Nina?

Come da previsione l'oscillazione delle temperature superficiali del Pacifico tropicale non sta mostrando particolari anomalie.

 I modelli l’avevano previsto con mesi di anticipo. Grazie all’andamento delle onde planetarie oceaniche, quelle di Kelvin e di Rossby, che si incrociano senza sosta da un oceano all’altro e che non sono da confondere con quelle atmosferiche, il pronostico è stato di parola: la Nina è scomparsa e ora la zona ENSO naviga in fase neutra.

Perchè sono così importanti le onde oceaniche a grande scala? Perchè anche da quelle nascono e si sviluppano le anomalie delle loro temperature tra le quali, quelle superficiali. Queste ultime sono importanti per lo scambio di energia con la circolazione atmosferica. Proprio da questo connubio oceani-atmosfera nasce infatti l’andamento della circolazione generale del tempo, il cui risultato finale è poi quello che vediamo ogni giorno sopra le nostre teste.

Tra le varie anomalie, quella più importante in ambito planetario è sicuramente l’oscillazione delle temperature in zona ENSO, ossia in quel tratto dell’oceano Pacifico tropicale che separa il sud America dall’Australia. Da questa oscillazione nascono il Nino e la Nina, e qui torniamo al discorso iniziale: niente più Nina, ma anche niente Nino, almeno fino alla primavera del 2012. Questo è il responso dell’IRI, mentre il centro di calcolo americano CFS la penserebbe un po’ diversamente con una nuva tendenza verso uan fase di Nina a partire dal prossimo autunno.

Se il clima europeo dipendesse solo dall’ENSO potremmo dire che ci troveremo dinnanzi ad un’estate, autunno e inverno prossimi del tutto normali. In realtà analizzeremo meglio il fattori predittandi nel corso dei prossimi aggiornamenti, onde pervenire ad una proiezione a lungo termine un po’ più precisa e dettagliata.

Autore : Luca Angelini