00:00 21 Dicembre 2012

Intensa scaldata tra domenica 23 e Vigilia: quali effetti sull’innevamento alpino?

Il periodo natalizio coinciderà con alcuni giorni particolari sotto il punto di vista atmosferico: una veloce ma intensa scaldata porterà la zero termico sin oltre i 3000 metri anche nelle aree alpine con vistosi effetti in merito l'integrità del manto nevoso posto alle quote medie. A quota più elevata possibili slavine o distaccamenti.

 Non sarà definibile propriamente come un periodo meteorologicamente avvincente quello che ci accompagnerà durante le festività natalizie. Se da una parte sulle località di pianura la presenza delle inversioni termiche accompagnate da nubi basse, foschie e nebbie regalerà una parvenza d’inverno, spostandoci alle quote superiori l’impennata delle temperature sarà degna delle prime ondate di calore primaverili in barba alle previsioni di minimo solare in corrispondenza alle giornate più corte dell’anno. 

Dopo le nevicate di sabato a quote medie, l’aumento della temperatura porterà lo zero termico a schizzare sin oltre i 3000 metri (3400 metri tra domenica 23 e lunedì 24) con evidenti conseguenze in merito l’integrità del manto nevoso sin oltre i 3000 metri di quota. L’innevamento generoso che ha caratterizzato la parte finale dell’autunno e la prima parte dell’inverno potrebbe andare in precoce fusione determinando disagi per chi vorrà sciare durante le festività. Alcune situazioni di potenziale pericolosità per slavine e valanghe sono attese tra domenica 23 e lunedì 24 sui settori alpini posti al confine con particolare riferimento all’alta Valle d’Aosta. Prevediamo pertanto una fusione abbastanza rapida del manto nevoso sia sui nostri versanti che su quelli esteri alpini.

Questo processo sui versanti nord di Alpi (lato svizzero e francese) sarà oltremodo favorito da un effetto favonico che prenderà vigore lunedì 24 a causa dell’imposizione di ventilazione meridionale. L’aria già surriscaldata di origini basso mediterranee verrà trascinata sino all’arco alpino, sul versante nord delle Alpi subirà compressione adiabatica presentandosi ancora più caldo. 

La "mazzata" sarà inevitabile per le località poste ad altitudine inferiore i 2500 metri con una rapida fusione della neve. Oltre i 3000 metri di quota, nuove precipitazioni di neve umida potrebbero paradossalmente svolgere un ruolo protettivo. Neve umida andrebbe così a ricoprire gli strati di neve più secca precedentemente caduti assestando il manto. 

Il giorno di Natale sono previste tuttavia nuove nevicate sulle Alpi, anche copiose a quote comprese fra 1.100 e 1.700m.

Seguite gli aggiornamenti.

Approfondimenti su: https://www.meteolive.it/news/Ti-segnaliamo/49/Tutto-sulla-intensa-scaldata-della-Vigilia/39875/ di Luca Angelini.

Autore : William Demasi