L'ultima neve di primavera, è un film fortemente drammatico degli anni 70, reso ancor più celebre dalla toccante, commovente colonna sonora di Franco Micalizzi.
Il titolo è passato alla storia e viene frequentemente usato per dare un nome all'ultimo episodio invernale che caratterizza il tempo del territorio sul quale siamo stati chiamati a vivere.
Gli appassionati sembrano quasi ritrovarsi nell'atmosfera cupa e triste di quel film e di quella colonna sonora, e alla fine di ogni inverno cercano disperatamente di prolungarne l'agonia, aggrappandosi agli scenari disegnati dai modelli, che sadicamente infatti insistono nel disegnare per il lungo termine avvezioni fredde anche estreme che, puntualmente, vengono poi ridimensionate, deviate, edulcorate.
Insomma, nonostante un vortice polare più morto che vivo e indici complessivamente favorevoli, tutto sembra propendere per un'avvezione fredda di moderata intensità in movimento con moto retrogrado sul centro Europa, ma non sull'Italia, dove in risposta si attiverebbero correnti perturbate, ma generalmente miti.
Improbabile, quantunque non totalmente impossibile, dunque che l'inverno possa riproporsi nella forma più severa in questa prima decade di marzo alle nostre latitudini. Fino a giovedì 4 oltretutto non cambierà molto: ci terremo ancora questa circolazione occidentale, che interagirà anche con un cuneo anticiclonico subtropicale restituendoci un tempo variabile, a tratti un po' piovoso al nord, migliore al centro-sud e complessivamente mite.
Solo da sabato 6 si avrà una deriva depressionaria più marcata, con temperature in calo di alcune gradi ma senza arrivare a patire il freddo e con episodi piovosi più diffusi e con nevicate sempre gradite nelle Alpi e più raramente in Appennino.
Solo dopo il 10 marzo, ma qui entriamo veramente in un tunnel previsionale in cui è facile scrivere sciocchezze, l'aria fredda potrebbe puntare più direttamente verso il Mediterraneo, anzichè sfilare per tutto il centro Europa. Qualcuno a questo punto potrebbe però dire: "10 marzo? Ma l'hai guardato il calendario?" Troppo lontano, troppo primaverile, troppa alto il sole, troppa la strada che l'aria fredda dovrebbe percorrere per arrivare sino a noi.
Intendiamoci: le invernate sino al 20 aprile sono sempre possibili, ma nei termini di un mordi e fuggi, non certo con freddo stabile.
SINTESI PREVISIONALE sino a GIOVEDI 4 marzo 2010:
venerdì 26 febbraio; rapido passaggio perturbato al nord e sulle regioni centrali tirreniche con piogge, rovesci e neve sulle Alpi mediamente oltre i 1300m. Tendenza a rapido miglioramento sin dal mattino sul nord-ovest e dal primo pomeriggio anche al nord-est con schiarite sempre più ampie e ingresso del vento da nord. Asciutto sulle centrali adriatiche, pochi fenomeni anche sull'Emilia-Romagna, al sud solo pochi annuvolamenti stratiformi e nubi basse solo lungo il Tirreno. Temperature in calo al nord, specie nelle Alpi.
sabato 27 febbraio: migliora ovunque e bella giornata, un po' di freddo nelle Alpi. In serata nubi in aumento sul nord-ovest.
domenica 28 febbraio: al nord molto nuvoloso con piogge sparse e qualche nevicata nelle Alpi sin verso gli 800-1000m, rialzo termico (soprattutto in quota) al centro-sud per venti meridionali anche tesi, piogge su Toscana, Umbria, dorsale appenninica sino alla Campania, asciutto altrove e anche soleggiato all'estremo sud.
Da lunedì 1 a mercoledì 3 marzo: breve parentesi anticiclonica con tempo discreto o buono ovunque e temperature gradevoli, oltre la media del periodo.
giovedì 4 marzo: inizio di una nuova fase perturbata, tutta da decifrare.