00:00 8 Maggio 2020

Flagello Radon: il CANCRO colpisce nei piani bassi con 3.000 morti all’anno in Italia!

Rilevati quantitativi superiori alla norma del pericoloso gas cancerogeno soprattutto nelle scuole e nelle Università. Attenzione anche a chi abita nei piani bassi delle case, lo rivela una recente indagine. Noi vi spieghiamo qualcosa di più...

Gas radon, il nemico invisibile che entra nelle nostre case. Non deriva dall’inquinamento atmosferico, si tratta infatti di un gas radioattivo naturale, prodotto dal decadimento dell’uranio contenuto, in quantità variabile, nella crosta terrestre.

Si mescola con l’aria e sale in superficie diluendosi rapidamente nell’atmosfera. La sua concentrazione all’aria aperta è quindi molto bassa mentre quando penetra negli ambienti chiusi tende ad aumentare, perché vi si accumula. La principale fonte di immissione di radon nell’ambiente è il suolo e, in minor misura, anche l’acqua.
 
È considerato la seconda causa di cancro al polmone dopo il fumo di tabacco e ad esso sono attribuiti dal 5 al 20% di tutti i casi (da 1.500 a 5.500 stimati per la sola Italia all’anno).

Ora, a seguito di apposite ricerche, è stato accertato che in Lombardia, Lazio e Campania scuole e Università hanno fatto rilevare quantitativi di gas radon superiori alla norma consentita per la salute umana. L’indagine ha evidenziato come nella maggior parte delle Università italiane non si effettuano monitoraggi per prevenire il rischio radon. Il compito spetta all’ARPA.

Il rischio di accumulo di radon avviene soprattutto nei seminterrati, nei piani terra e ovunque non esista l’obbligo di installare un impianto di ventilazione forzata. Attenzione quindi anche alle nostre case: ricordiamoci di ventilare bene le stanze, più volte al giorno, soprattutto durante l’inverno, accorgimento ancor più importante per coloro che abitano ai piani bassi.

Che rischio porta un cronico accumulo di gas radon oltre i livello consentiti dalla legge? Durante il processo di decadimento radioattivo il gas radon si trasforma in particelle solide anch’esse radioattive, che aderiscono al pulviscolo atmosferico formando un aerosol radioattivo che entra nei polmoni durante la respirazione.

Da qui il legame tra alte concentrazioni di gas radon e l’incidenza del tumore al polmone, fino a 100 volte rispetto a condizioni normali. E’ la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di tabacco.

L’Istituto Superiore di Sanità stima dai 1.500 ai 5.500 casi di tumore attribuibili al radon: oltre 3.000 morti all’anno in Italia, dove le informazioni a riguardo e le norme di tutela sono ben lontane dai limiti massimi fissati dall’Unione Europea.

 

Autore : Report di Alessio Grosso