00:00 25 Dicembre 2012

L’arrivo della prima decade di gennaio potrebbe esordire con un’irruzione di aria fredda

I primi segnali di una possibile ripresa dell'inverno emergono dalle proiezioni del modello americano GFS sul lungo termine. Quante probabilità di successo ci saranno?

Come di sovente è accaduto anche nelle stagioni invernali del passato, il periodo natalizio è coinciso con un certo rinforzo della fascia depressionaria nord-atlantica la quale ci sta regalando un periodo atmosferico piuttosto "amorfo" con valori di temperatura piuttosto tiepidi a tutte le quote.

La ragione di tanta mitezza è da ricercarsi nell’ingente trasporto di aria mite atlantica sin verso il cuore dell’Europa. L’imposizione di un flusso teso di correnti occidentali ha infatti provocato l’innesco di un circolo vizioso che al momento è difficile da interrompere. Una vasta area di geopotenziali bassi e di temperature piuttosto fredde governano l’estremo oceano Atlantico settentrionale determinando frequenti condizioni perturbate e ventose.

Sul Mediterraneo un certo aumento della pressione intervalla fasi anticicloniche ad altre fasi come quella attuale in cui alcuni modesti fronti provenienti da occidente attraversano il Paese accompagnate da aria mite e quota neve posta a livelli elevati.

Quanto bisognerà attendere per un ritorno dell’inverno?

Al momento sia dalla troposfera che dalla fascia stratosferica emergono segnali di una possibile inversione di tendenza che potrebbe stravolgere le pedine del tempo sull’Europa a cavallo tra la prima e la seconda decade di gennaio. Dopo il solstizio d’inverno raggiunto il 21 dicembre, l’allungamento delle giornate innescherà i primi stratwarming sulla fascia stratosferica polare la quale potrebbe entro un paio di settimane regalare i suoi primi effetti anche in bassa atmosfera con un certo rallentamento del getto atlantico ed una ripresa degli scambi meridiani.

Al momento anche Meteolive ritiene abbastanza probabile il ritorno di un inverno più duro entro la prima metà di gennaio, con una nuova disposizione dei venti dai quadranti settentrionali. In questo caso diverrebbe piuttosto probabile il trasporto di masse d’aria fredda dal nord-est europeo sin verso il Mediterraneo. Nonostante le carte attuali del tempo ci suggeriscano il contrario, quest’anno il Vortice Polare non gode di ottima salute e si presenta piuttosto debole.

Solo il settore atlantico del vortice risulta più intenso e questo è stato causato da un fenomeno peculiare definito "canadian warming" il quale ha favorito una caduta del getto in sede atlantica con conseguente rinforzo delle depressioni extratropicali presenti alle alte latitudini atlantiche. Alla luce di questo, è auspicabile entro le prossime 2-3 settimane una graduale perdita di intensità di questa fascia ciclonica con l’apertura di un nuovo periodo invernale dominato da nuovi scambi meridiani.

Approfondimenti su: https://www.meteolive.it/news/Sotto-la-lente/9/L-inverno-vero-potrebbe-tornare-nella-prima-settimana-di-gennaio/39914/ di Luca Angelini.

Autore : William Demasi