Verifichiamo attraverso lo schema che segue quanto incida l'inclinazione di un pendio sulla formazione di una valanga.
Tra 60° e 90°: le valanghe sono rare, scarichi frequenti di piccole quntità di neve, impediscono la formazione di grossi accumuli.
Tra 30° e 60°: valanghe di neve asciutta a scarsa coesione.
Tra 45° e 55°: frequenti ma modeste valanghe di lastroni.
Tra 35° e 45°: valanghe di lastroni di ogni dimensione.
Tra 25° e 35°: valanghe di lastroni non frequenti, valanghe di neve bagnata a debole coesione.
Tra 10° e 25°: valanghe di neve bagnata e fradicia, rare.
Il pendio soleggiato é decisamente più stabile durante l'inverno, mentre diventa rapidamente instabile in primavera. Le chiome degli alberi intercettano parte delle nevicate e solo quantità del 50-70% raggiungono il terreno, preservandolo da pericolosi accumuli.
Dunque di solito il bosco che cresce sul pendio ripido inibisce la formazione di grosse valanghe, limitando anche gli accumuli di neve portata dal vento.
Nel caso della valanga dell'hotel Rigopiano hanno certamente inciso in maniera notevole le scosse di terremoto verificatesi nelle ore precedenti il distacco dell'intera massa di neve dal costone della montagna.
Di fronte a simili distacchi, soprattutto lungo un canalone non ancora scaricato e a quantitativi di neve eccezionali, il bosco ha potuto fare ben poco.
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VALANGHE: è davvero più pericoloso un pendio molto ripido?
Quelli che molti non sanno sulle valanghe.
In primo piano - 16 Gennaio 2018, ore 14.31
Autore : Alessio Grosso