La riscoperta dei registri di Alessandro Serpieri, uno dei padri della meteorologia
italiana tornano alla luce dopo 127 anni di mistero. Serpieri aveva fondato il 1 maggio 1850 a sue spese l’Osservatorio Meteorologico Urbinate oggi a lui intitolato presso la Facoltà di Farmacia.
Serpieri, grazie ad una meravigliosa terrazza, fatta erigere sul tetto del collegio, registrò ogni giorno, per trentatré anni, tutto ciò che accadeva nel cielo ducale.
Recentemente, il ritrovamento da parte del professor Flavio Vetrano,
Direttore del Dipartimento di Matematica, Fisica e Informatica dell’Ateneo, di una missiva in cui il Serpieri affermava di portare i registri con sé.
Subito è partita la caccia ai registri a Firenze, presso la Specola Ximeniana, dove Serpieri aveva svolto i suoi primi studi di astronomia e osservazione
del cielo dal 1840 al 1843 e ancora oggi attiva come Osservatorio Ximeniano, ma invano, sino a rivolgersi presso la “Scuola Pia Fiorentina”, con biblioteca e archivio.
Lì è stato ritrovato il "tesoro" di Serpieri.
C’erano tutti, i trentaquattro registri, alcuni rilegati e altri in fogli, dal 1850 al
1883. Dodicimila giorni di annotazioni, stilate quattro volte al giorno, alle stesse ore: 9, 12, 15 e 21 che dal 1885 non avevano più visto la luce.
Notevolissima la loro importanza scientitica perchè Serpieri non era soltanto
un osservatore del cielo scrupoloso e affidabile. Grazie al suo eclettismo
e all’estesa cultura scientifica aggiungeva alle osservazioni meteorologiche numerose note a carattere botanico e faunistico, come le fioriture stagionali o i passaggi degli uccelli migratori.
Serpieri inoltre già nel 1850 auspicava la creazione di una Società Meteorologica
Italiana che sarebbe nata soltanto nel 1881 a Torino.
Inoltre quello di Urbino è uno dei rarissimi osservatori che non ha dovuto subire
l’alterazione dei dati nel tempo a causa del mutare del contesto, come l’isola di calore creata dal progressivo allargarsi della città e dal conseguente riscaldamento
antropico.
La storia dei mutamenti climatici opera su basi temporali secolari e dunque vive di rilevazioni storiche come questa.