00:00 8 Agosto 2013

Uomo caldo, caldo uomo, uomo caldo…

Una litania ormai insopportabile.

Innanzitutto, come riportato in molti altri dossier che hanno trovato spazio su MeteoLive, bisogna sapere che la CO2 aumenta spesso di pari passo con l’aumento della temperatura con ritardi però valutabili anche in 600-700 anni.

Quindi è soprattutto il valzer della temperatura che determina una maggiore e minore concentrazione di gas serra. Stiamo vivendo una fase più calda ed è quindi logico che, anche in virtù del fatto che effettivamente l’uomo emette una discreta quantità di CO2, i livelli dei gas serra aumentino.

Badate bene: stiamo vivendo la fase mite che ha seguito la fase della piccola era glaciale, che è terminata solo 160 anni fa e soprattutto NON stiamo vivendo la fase più calda mai riscontrata sul Pianeta.

Se ripercorressimo la storia del clima troveremmo periodi ben più caldi di questo, anche di 2-3°C, e non è poco. Come in ogni epoca, in ogni condizione climatica, l’uomo ha sempre cercato di ADATTARSI al cambiamento, così come hanno fatto tutte le altre specie viventi. C’è chi c’è riuscito, chi non ce l’ha fatta, ma non è certo riducendo di qualche parte per milione la concentrazione di gas serra che si potranno salvare foche monache o grizzly, ammesso ma NON concesso che siano in pericolo.

Invece l’IPCC ci dice sempre che il pianeta corre un grave pericolo. Del resto non potrebbe fare altrimenti visto che l’IPCC è una organizzazione intergovernativa voluta dall’ONU, con numerosi esponenti politici, e solo alcuni veri scienziati; se dicesse che la salute del Pianeta è discreta già non avrebbe più alcuna ragione di esistere.

La sua permanenza è legata essenzialmente a quanto catastrofismo riesce a produrre. Il cambiamento del regime pluviometrico alle nostre latitudini e l’ingerenza dell’anticiclone africano è certamente la causa principale della riduzione dei ghiacciai alpini. E’ chiaro che senza avvezioni fredde e con un minor carico di perturbazioni sulle Alpi le nevicate si riducano e i ghiacciai si spoglino del loro mantello protettivo. Sembrano invece aumentati gli accumuli di neve sulle Alpi scandinave, specie sul versante norvegese, battute da frequenti passaggi perturbati.

In ogni caso da dove arriverebbe questo RISCALDAMENTO se escludessimo le attività antropiche? Beh, che diamine, l’abbiamo scritto centinaia di volte, dal grande regista del clima: il sole e le sue macchie solari. Il documento dei geofisici di Harvard pubblicato nel 2005 a tal proposito lega senza ombra di dubbio l’attività della nostra stella alla temperatura del pianeta.

E poi, anche se su questo punto sono stato spesso attaccato da qualche sitarello "verde", è nota l’influenza dei raggi cosmici. Non sono mica io a dirlo, ci mancherebbe, ma la Società italiana di Fisica e anche quella americana. Le nubi basse sono influenzate dai raggi cosmici provenienti dall’esplosione di stelle lontane giunte alla fine della loro vita. Le molecole di vapor d’acqua colpite dai raggi cosmici diventano nuclei di condensazione da cui si formano le nuvole. Quando il sole è più attivo e il campo magnetico dunque più intenso, i raggi cosmici ne vengono deviati, non interagiscono più con il vapore acqueo e formano dunque meno nuvole: ne consegue un riscaldamento.

Quindi attivià solare, flusso cosmico e temperatura sono strettamente legati. Abbiamo già raccontato, in altri pezzi, (vedi quello sulla Tatcher), come la politica si sia inventata l’IPCC per soddisfare l’uno o l’altro progetto energetico e di quanti soldi siano affluiti per sostenere questo ente e quanti posti di lavoro siano stati creati ed occupati da persone totalmente prive di preparazione scientifica.

Oggi le università abbondano di questi corsi in cui prevale lo spirito ambientale orientato verso l’uomo cattivo, e questo ci addolora. In più l’opinione pubblica rimane stupita ed ammirata dalla vista dei complessi modelli di calcolo utilizzati per prevedere di quanti gradi si innalzerà la temperatura del futuro.

Sembrano ai nostri occhi scienza rigorosa ma in realtà questi modelli ignorano parametri importanti come sole, nuvole, vapore acqueo, raggi cosmici. Naturalmente l’onda catastrofista è stata cavalcata dai giornalisti che, quasi completamente a digiuno di scienza ed asserviti alla testata di appartenenza, sparano le più grosse castronerie possibili, tanto gli italiani non ci capiscono nulla e nessuno obietterà nulla: così apprendiamo che gli iceberg si staccano per colpa dell’uomo, ignorando che i ghiacci si muovono costantemente, che, sempre per colpa nostra, i livelli dei mari si stanno innalzando ma nessuno nota che le nostre spiagge non sono state mangiate dal mare come i catastrofisti hanno sempre previsto per il primo decennio del 2000, cosa ancora più grave, che la malaria ci sta raggiungendo.

Ora, questa è grossa: proprio in seno all’IPCC il Prof.Reiter dichiarò che le zanzare sono normalmente abbondanti anche ai poli e che negli anni 20 in Siberia un’epidemia di malaria uccise ben 600.000 persone. Naturalmente la rivelazione fu manipolata e trasformata in "le zanzare raggiungono i poli". Le proteste di Reiter caddero nel vuoto.
 
Spaventare resta il primo comandamento di questi signori, per fortuna la comunità scientifica sta reagendo ma le notizie tranquillizzanti difficilmente faranno presa di fronte a simili bombardamenti mediatici. Solo il clima potrebbe fare il miracolo proiettandoci nuovamente, come peraltro è prevedibile che accada prima o poi, verso una nuova era glaciale. State pur certi però che anche in questo caso, come già avvenuto negli anni 70, se ne accuserebbe l’uomo con i suoi gas. Che brutto tempo quello che stiamo vivendo…

Autore : Alessio Grosso