Nelle aree cerchiate in rosso le anomalie negative più importanti, nel cerchio azzurro invece le inattese, se così si può dire, anomalie positive. La freccia rossa indica il tappo che ancora resiste sul famoso passaggio a nord-ovest.
Il passaggio a nord-est è invece per ora ben chiuso, ma compreso tra due delle aree marine maggiormente interessate dalle anomalie negative, ossia maggiori perdite di superficie ghiacciata rispetto alla media degli ultimi 30 anni: il Mar di Laptev e il Mare Siberiano Orientale.
La situazione è leggermente migliore invece sul Mar di Kara, ossia sulle coste della Siberia centrale, laddove ha dato una mano il periodo piuttosto freddo delle ultime settimane.
Non ha certo aiutato invece il caldo luglio nel Nordamerica, soprattutto a ridosso dell'Arcipelago canadese, dove le anomalie negative si sono scatenate senza precedenti. Proprio in luglio le condizioni di estensione della banchisa polare erano scese addirittura sotto i livelli del terribile 2007.
Nelle ultime due settimane la situazione è tornata sopra quei livelli, seppure di poco, grazie anche alla tenuta della banchisa nel Mar di Groenlandia (cerchio azzurro). Qui si registrano infatti le uniche e significative anomalie positive, a testimonianza del fatto che localmente sono ancora vitali importanti fattori meteorologici, non solo di contenimento, ma anche favorevoli all'estensione della banchisa stessa, e non del tutto ancora compresi.
Un altro fatto importante è la stabilizzazione delle perdite, ovvero ad ogni estate l'anomalia negativa è più o meno costante da almeno 4 anni. Nel decennio 1998-2007 per contro, le anomalie negative aumentavano di un 5-10% ogni anno, con un botto del 30% proprio del 2007. Nelle ultime 3 estati la caduta si è letteralmente fermata.
Quest'estate, allo stato attuale, siamo purtroppo già molto avanti (1,8 milioni di kmq), e a fine periodo potremmo sfondare la soglia dei 2 milioni di kmq mancanti rispetto alla media, soglia superata solo nel 2007, con uno straordinario risultato di 2,7 milioni di kmq.
Un fattore gioca però a favore del mantenimento della banchisa, ovvero il fatto che la stessa è molto più spessa e compatta su buona parte della sua estensione rispetto agli anni scorsi, come si può notare anche dall'immagine, soprattutto nel settore centrale, il più penalizzato proprio nel 2007. Inoltre negli ultimi 3 anni si è registrato un aumento dell'estensione del ghiaccio pluriennale, ovvero quella parte di banchisa polare "perenne".
In conclusione la situazione dei ghiacci marini dell'Artico è critica, il malato è in prognosi riservata, ma se nel 2007 qualcuno aveva già preso contatto con le "Pompe funebri", oggi ci sentiamo di dire che la situazione è pressoché stazionaria.