Situazione molto complessa e per alcuni versi anche inusuale quella che ci attende per il prossimo mese. Il nodo principale si stringe su quel delicato passaggio, su quella sensibile membrana atmosferica che separa le alte quote stratosferiche dalle basse quote troposferiche.
Proprio il riuscito o mancato accoppiamento tra le circolazioni ai due livelli sta alla base di quanto avverrà nel corso dei prossimi 30 giorni. Ora, considerano quanto traspare dalle carte in nostro possesso, pare che la membrana cui abbiamo accennato poc'anzi, detta tropopausa, risulterà sufficientemente permeabile.
Questo contro le aspettative che statisticamente suggeriscono il contrario, proprio nel caso in cui la disposizione dei venti in stratosfera sia come quella attuale. In realtà quanto viene riassunto nell'indice QBO, ossia l'indice che segnala la direzione (est o ovest) dei venti stratosferici equatoriali in relazione all'attività solare del momento, risulta efficace solo osservando le sezioni trasversali modellizzate dello strato atmosferico in questione.
Ebbene lassù alle quote più elevate della stratosfera equatoriale i venti stanno invertendo pian piano la loro direzione e questo potrebbe stare all'origine di quella permeabilità prima accennata, visto e considerato anche l'attuale minimo solare che ne esalterebbe le caratterristiche. Gli effetti di un violento e ripetuto riscaldamento sulla stratosfera polare potrà dunque propagarsi verso il vortice polare troposferico e il risultato lo possiamo intravvedere fin d'ora dalle mappe previsionali, le quali ci indicano un forte indebolimento dello stesso già nei prossimi giorni (indice AO molto negativo come allegato in figura).
Di concerto con la AO negativa possiamo anche notare l'indice atlantico NAO altrettanto in calo, il che significa la possibilità di un Mediterraneo volubile all'ingresso depressionario. Febbraio navigherà proprio attraverso le acque agitate che questa situazione prelude.
Entro il prossimo weekend inoltre la risalita di una banda anticiclonica in quel della Scandinavia favorirà la propagazione verso la mittle Europa dei primi vagiti di un nucleo molto freddo siberiano, che altro non sarà se non quanto rimane del vortice polare impietosamente spezzato dal riscaldamento stratosferico.
Insomma l'arrivo del grande freddo nella prima decade di febbraio è ormai scritta nero su bianco. In seguito, il riassorbimento dell'evento stratosferico, piuttosto lento e non convintissimo, porterà disturbi anche nella seconda metà del mese stesso, anche se si tratterà senza dubbio di una fase meno severa e più proiettata verso una stagione che allora sarà proiettata ai primi cambiamenti dell'assetto stagionale.