00:00 12 Giugno 2009

Una spettacolare “roll cloud” nei cieli di Jesolo

Didattica nefologica sul campo, a cura di Marco Bonatti.

Jesolo, primavera 2009, ma sembra già estate. Il clima mite e la festività del Primo Maggio hanno richiamato sulla costa una folla di turisti, e tra essi ci sono anch’io.

Per quanto bisognoso di abbandonare almeno per un po’ la routine quotidiana, un vero appassionato non può dimenticare di dare un’occhiata alle condizioni meteo nemmeno in vacanza. Anzi, proprio il relax favorisce un’osservazione più attenta e piacevole.

La situazione, in quei giorni, è ideale per giornate calde e soleggiate che vanno a terminare con inaspettati, almeno agli occhi dei profani, temporali serali. Il sole di maggio riscalda infatti con forza il terreno durante il giorno e correnti fresche da nord-est provvedono ad instabilizzare l’atmosfera; ecco spiegate le sfuriate all’ora di cena.

Già la sera precedente tuoni, fulmini e grandine avevano bruscamente interrotto il placido passeggiare dei turisti lungo i viali principali, ma la mattina del 2, come ormai accadeva da qualche giorno, era iniziata con il cielo sereno e clima mite e la giornata era proseguita con un pomeriggio dal sapore estivo, trascorso in spiaggia ad osservare i primi temerari bagni della stagione.

Al rientro in albergo eccomi alla finestra per l’immancabile bilancio meteorologico della giornata. La posizione privilegiata in cui mi trovo, al di sopra della maggior parte degli altri edifici, facilita la ricerca di “qualcosa” che possa stimolare la mia curiosità, ma al momento mi devo accontentare di un bel cumulonembo posto verso est. Certo che è un bell’accontentarsi: la sommità della torre di vapore sembra fatta di tante volute di panna montata!
Per dirla tutta, già in spiaggia avevo notato come i cumulonembi visibili in lontananza, verso le Prealpi, stessero generando delle belle incudini, chiaro sintomo di una vivace instabilità atmosferica. Era lecito quindi attendersi qualcosa per la serata… nel mio caso, da buon appassionato più che un’attesa si trattava di una speranza!

Ed ecco profilarsi il “fattaccio”: concentrato sul “cavolfiore” che stava probabilmente generando dei rovesci a qualche decina di chilometri dal mio punto di osservazione, mi sfugge quasi del tutto la nube accessoria allargata alla base di quella principale. Proprio l’essere a digiuno di una certa tipologia di manifestazioni meteorologiche non mi permette di prevedere i possibili sviluppi a breve termine di quella situazione.

Passano infatti diversi minuti prima che mi affacci nuovamente alla finestra, ed a quel punto la situazione è cambiata, eccome! Il cumulonembo ha un aspetto decisamente meno “in salute”: evidentemente ha già scaricato gran parte della sua energia e si appresta ad entrare in quella che in gergo tecnico si chiama “fase di senescenza”. Ma c’è ben altro da guardare: una specie di lungo tubo di nuvole scure si stende per quasi metà dell’orizzonte: con lo sguardo posso vederlo partire da nord, passare per l’est e toccare con l’altra estremità il sud!

L’insignificante (almeno così l’avevo considerata) piccola nube accessoria di pochi minuti prima ha tutta l’aria di volersi prendere una sonora rivincita e si dirige spedita proprio verso di me! Mi serve qualche secondo per schiarirmi le idee, ma alla fine è tutto chiaro: si tratta di una roll cloud, o “nube a rotolo”, che si forma per lo spostamento d’aria generato dalle precipitazioni della nuvola “madre”, e che poi si allontana da essa conducendo vita autonoma.

La forma e la dimensione della nube sono davvero insolite, almeno lo sono per me, da sempre abituato al cumuleggiare delle zone alpine, certo imperioso ma mai foriero di tali singolarità meteorologiche: la differenza, è risaputo, la fa l’enorme quantità di energia solare che il mare è capace di immagazzinare.

Resto impietrito ad osservare la roll-cloud che punta con decisione Jesolo… e più si avvicina, più la essa assume tonalità poco rassicuranti, alcune sue parti tendono addirittura al nero! Paragondandola con le sue “parenti”, che finora avevo potuto ammirare solo su internet, non posso che concludere che si tratta di una roll con i fiocchi: un gran bel colpo di fortuna, non c’è che dire!

So che essa non potrà generare precipitazioni, perché si tratta semplicemente di un banco di nubi basse, estrema testimonianza di un temporale che muore: però è davvero bella e stare lì ad osservarla, sgranando gli occhi, è una di quelle cose che riesce ancora a suscitare in me entusiasmi fanciulleschi.

In pochissimi minuti la strana presenza è sopra di me, alcune sue parti si sfrangiano, sembrano dissolversi, ma il passaggio non è indolore perchè accompagnato da un improvviso e deciso rinforzo del vento. Cambio più volte finestra per godermi al meglio il transito della nube sulla mia verticale, e la corsa da una parte all’altra dell’appartamento non passa inosservata ai miei famigliari. Così, tra un balzo e l’altro, cerco di spiegare la mia eccitazione raccontando della “roll”, della sua origine e del suo destino, ben conscio che ben poco di quanto sto dicendo può interessare chi non ha, letteralmente, la testa tra le nuvole.

Ecco, la roll è passata, il vento cala e tutto ripiomba in una quiete che, scoprirò poco dopo, anticipa semplicemente un altro rovescio temporalesco. Ma ciò che è accaduto in quei pochi minuti vale uno sguardo perso nell’azzurro immenso del mare (cosa che personalmente adoro) e ancora di più!

Solo ora mi rendo conto di non aver scattato nemmeno una foto, ma in fondo è giusto così, non era il caso di vivere questa esperienza studiando l’angolazione corretta o cercando la luce migliore. Andava semplicemente vissuta con gli occhi dell’appassionato, e basta.
Dopotutto una cosa del genere ad un montanaro come me potrebbe non capitare mai più… ma non mettiamo limiti alla provvidenza!

www.marcobonatti.it
Autore : Marco Bonatti