00:00 10 Luglio 2013

Un esempio di previsione difficile: in giornata temporalone a Milano? Si o NO?

Quando le previsioni divergono e bisogna fare una scelta obbligata.

Quando qualcuno dice: è così difficile imbroccare le previsioni anche solo a poche ore e pretendete di fare quelle mensili, ha torto. In realtà è molto più facile tracciare un quadro generale e a grandi linee sul lungo termine, piuttosto che localizzare con precisione il punto esatto in cui colpirà un temporale, che è notevolmente influenzato nella sua genesi da molteplici fattori, non da ultimi quelli legati all’isola di calore urbana.

Confrontando stamane le correnti previste da ben 3 modelli ad area limitata, si evince che, pur in un contesto di moderata instabilità generale, che tutti i lam leggono abbastanza bene, una veduta univoca sulla collocazione dei fenomeni non c’è.

Se il lam su base gfs, cioè su base americana vede fenomeni sparsi su gran parte della Lombardia, ma con particolare accanimento sul Milanese e il Monzese, dove si accumulerà anche il maggiore calore, il lam su base inglese sposta tutta la fenomenologia sulla
Lombardia centro-orientale, pur coinvolgendo marginalmente anche Milano.

Il modello WRF vede invece questa sorta di "gocciolina" fredda in quota portarsi con moto retrogrado dall’Austria sin sul Piemonte e concentra lì i massimi fenomeni, ma non tanto nel pomeriggio-sera, quanto nel primo pomeriggio.

Chiaro che di fronte ad una previsione così difficile da inquadrare, si chiamano in soccorso altri parametri: quali indici temporaleschi, punto di rugiada, energia disponibile, convergenze di correnti, ma occorrerebbe molto più tempo per poter capire dove colpirà e soprattutto SE colpirà davvero il grappolo temporalesco.

Ci si affida anche ad un multimodel, quello sviluppato per il nostro meteo città, che opera una sintesi tra modelli e cerca di fornire la previsione migliore. Ecco allora il suo responso, che non sembra avere grossi dubbi, pioverà:
 https://www.meteolive.it/previsione-meteo/italia/lombardia/milano

Ricordatevi però: per il modello prevedere instabilità locale sulle aree pianeggianti in assenza di un gradiente barico importante, resterà sempre una grande impresa.

 

Autore : Alessio Grosso