Uccellini che cinguettano, intenti già a preparare il nido; alberi con le gemme già in stato avanzato...e poi...mandorli in fiore, prati verdi con ciuffi erbosi che si stagliano a tratti sulle spianate.
Secondo il calendario siamo al 12 di febbraio, ma i messaggi che la natura ci invia sono nettamente primaverili.
L'eccezionale inverno mite che abbiamo avuto fin'ora ha comportato anche dei paradossi: alcuni alberi, difatti, non hanno ancora perso completamente le foglie della vecchia stagione calda, mentre a poca distanza spiccano piante da frutto già con i nuovi fiori.
Il ritmo biologico delle piante è stato indubbiamente falsato da questo inverno anomalo. In pratica le foglie sono cadute principalmente per l'accorciamento del fotoperiodo, che nella stagione fredda non consente una adeguata fotosintesi.
Se la caduta delle foglie dipendesse univocamente dalle temperature e condizioni atmosferiche, probabilmente ci ritroveremo ad avere alberi con le foglie ancora attaccate ai rami, come in novembre!
In evidente anticipo sulla tabella di marcia sono anche le attività insettivore. Le api sono già fuori dagli alveari, intente a preparare il miele. Nei casi più estremi abbiamo anche la presenza di mosche e zanzare, che già ronzano nelle nostre case e nei nostri giardini.
Quali le conseguenze di questo stato di cose? Beh, difficile dirlo. Quasi certamente la totale mancanza di freddo (e magari il clima umido e piovoso) potrebbe facilitare la nascita di molti parassiti (ad esempio gli afidi), che nella prossima stagione calda potrebbero infestare le nostre colture.
Un altro pericolo potrebbe arrivare da un'eventuale gelata tardiva dopo mesi e mesi di clima mite. Una "batosta" fredda sopra germogli e fiori già sbocciati potrebbe avere effetti deleteri per la prossima produzione di frutta e verdura.
Insomma! Questo non-inverno farà ancora parlare di sè nei mesi futuri dal punto di vista naturalistico. Molti sono stati gli scompensi che si sono avuti nei ritmi vegetali ed animali. Dopo tutto le stagioni dovrebbero garantire un alternanza di caldo e freddo, non un "monologo caldo" continuo.