00:00 15 Novembre 2017

TLC sul Mediterraneo: ecco la previsione per venerdì 17 novembre

La nostra depressione concluderà il viaggio in prossimità dello Jonio, laddove potrebbe acquisire molte delle caratteristiche tipiche dei cicloni tropicali. Vediamo nel dettaglio.

La figura depressionaria che ancora adesso tiene sotto scacco una buona fetta del nostro Paese, recandovi precipitazioni ed annuvolamenti a carattere sparso, tenderà nei prossimi giorni ad isolarsi verso i settori meridionali del Mediterraneo, laddove almeno in parte tenderebbe a perdere le caratteristiche fredde originarie per diventare qualcosa di più simile ad una Tempesta Tropicale a mesoscala. Il termine più appropriato per definire questo fenomeno è quello di "Tropical Like Cyclone" ad indicare una circolazione atmosferica depressionaria ormai non più legata ai processi frontali classici delle medie latitudini, la quale inizia ad attingere la propria energia dal mare, trasformandosi gradualmente in una tempesta a cuore caldo.

Questo processo di trasformazione negli ultimi anni diventa più frequente grazie alle lunghe estati molto calde e con forti avvezioni africane, le quali concorrono ad immagazzinare una grande quantità di calore sul Mediterraneo. Sempre più spesso questo calore viene conservato anche per buona parte dell’autunno per dare poi luogo ad intensi cluster temporaleschi oppure, come in questo caso, a tempeste dalle caratteristiche affini a quelle dei grandi Uragani tropicali.

Tutto diventa proporzionato alle esigue dimensioni del Mediterraneo, inoltre spesso e volentieri questa trasformazione avviene soltanto in modo parziale, verificandosi dapprima negli strati bassi dell’atmosfera per poi semmai conquistare i piani più alti. Anche in questo caso pare che la trasformazione possa verificarsi in modo parziale ma il mutamento delle caratteristiche della depressione sono particolarmente evidenti nel comportamento del vento al suolo pronosticato dai modelli che disegnano un vero e proprio "occhio".

Tutto attorno vi sarà intensa convezione, la formazione di nubi a sviluppo verticale è tradita dalla temperature elevate previste all’interno della depressione, laddove i valori al piano isobarico di 850hpa (circa 1500 metri) saranno maggiori rispetto alle zone circostanti. Tale comportamento della temperatura si inverte al piano isobarico di 500hpa, laddove ritroveremo ancora un piccolo cuore d’aria più fredda nella zona di maggiore vorticità, a testimoniare una trasformazione che potrà verificarsi in modo soltanto parziale

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Autore : William Demasi