00:00 13 Giugno 2012

Temporali: quando il mare li respinge e perchè…

Nei mesi di maggio, giugno e la prima parte di luglio, il mare ancora freddo può respingere gli attacchi temporaleschi in seno a transiti perturbati. Cerchiamo di capire il perchè anche con l'ausilio di tre immagini del radar.

Temporali a tamburo battente su Piemonte, Lombardia e Triveneto. Fenomeni vorticosi ed annesse grandinate incentivano ulteriormente l’enfasi del passaggio perturbato, che per alcune regioni sembra quasi "rovinoso".

Basta però scendere in Liguria che tutto tace! C’è ovviamente il vento che increspa la superficie del mare…ci sono le nubi che orlano le montagne, ma nulla fa presagire a quello che sta accadendo oltre Appennino.

Il mare, grande calorifero in pieno inverno e grande condizionatore in primavera e nei primi mesi dell’estate. Prima che l’acqua del mare si scaldi, serve tempo. In assenza di vento, la superficie marina si scalda piu velocemente, mentre se questa risulta continuamente increspata dalle raffiche, può anche non scaldarsi affatto.

L’esempio che portiamo oggi riguarda il fronte perturbato transitato martedì 12 giugno sul nord Italia. La didattica è stata esemplare in mattinata; di conseguenza questa trattazione può essere decontestualizzata e riferita anche ad altre situazioni.

Ecco come il mare "respinge" un attacco temporalesco in un perido dell’anno in cui la sua temperatura superficiale è ancora fredda ( ad esempio il mese di giugno).

Le immagini che stiamo per vedere rappresentano la riflettività del radar doppler nei confronti delle precipitazioni. Dove vedete i colori più accesi, le piogge sono più intense.

Nelle prime ore del mattino di martedì 12 giugno, si nota un evidente "attacco" temporalesco da nord-ovest verso il Mar Ligure.

Il nucleo cerchiato in rosso avrebbe tutta l’intenzione di collegarsi al mare per rifornirsi di calore e umidità, ma qualcosa andrà storto.

Più ad est, verso lo Spezzino e l’alta Toscana, si notano altri nuclei che tentano la stessa operazione, che anche qui non riuscirà.

 

La seconda immagine radar è molto interessante ed è stata catturata circa un’ora e mezza dopo la prima.

Ben si nota il tentativo di aggancio tra la struttura terrestre ed il mare. Notate anche la turbolenza marittima, espressa da quelle macchie blu, che sembra predisporre l’attivazione di un temporale di matrice marittima.

Verso l’alta Toscana l’aggancio sembra riuscire, tant’è vero che le piogge per un breve periodo colpiscono anche la superficie marina stessa.

Ci siamo? Nemmeno per idea!

Il mare è troppo freddo…e sopra di esso dominano quindi moti subsidenti, che ostacolano la convezione dal basso che è invece ben presente sulla terraferma.

Ecco il fallimento di una coppia di temporali autorigeneranti ( uno nei pressi di Genova e l’altro sull’alta Toscana).

L’aggancio fallisce ed il mare ricaccia i nuclei temporaleschi verso l’interno, dove la convezione è maggiore, anche esaltata dallo stau e dall’orografia locale.

Morale della favola: la Liguria se la cava con poche gocce, mentre il resto del settentrione fa il pieno di piogge e temporali.

 

 

Autore : Paolo Bonino