00:00 22 Giugno 2005

Speciale siccità’: ZOOM NORD, situazione critica ma andò anche peggio nel decennio 30-40 e nel 76

Situazione difficile ma per fortuna non ancora drammatica.

La scarsità delle piogge che al nord si protrae dall’autunno 2004 (e delle nevicate sui rilievi) va complicando la situazione in vista della stagione estiva.

I principali bacini e corsi d’acqua si avvicinano infatti pericolosamente ai minimi storici, ricordando quanto avvenne nella tremenda estate 2003.

IL FIUME PO
Il Po ad esempio, nei pressi di Cremona, è quasi 7 metri al di sotto dello 0 idrometrico (il record negativo assoluto è 7 metri e 72 cm e risale al luglio 2003). Attualmente il livello medio delle acque del Po si aggira su 1 metro e 40 – 1 metro e 60, mettendo a serio rischio la navigazione, l’irrigamento e il funzionamento di alcuni importanti impianti idroelettrici. L’Adda invece è a -1,51 (contro i -1,39 di 2 anni fa). Risalendo al passato, dati ancor più gravi si registrarono nel 1976.

I principali motivi di preoccupazione sono ovviamente legati al fatto che statisticamente non possiamo attenderci abbondanti precipitazioni su queste regioni almeno sino a settembre. Nemmeno per i prossimi giorni, passando al campo previsionale si attendono importanti contributi dalle nubi, eccezion fatta per qualche temporale, specie sulle Alpi.

I LAGHI
Gli afflussi primaverili ai laghi di Como e di Iseo (serbatoi strategici per l’irrigazione della pianura padana) si mantengono attorno ai minimi storici. Per poter conservare quanta più acqua possibile i Consorzi di irrigazione della pianura lombarda hanno ridotto le derivazioni a valori intorno al 40/50 per cento. Con questo trend in circa 30 giorni a meno che non intervengano importanti precipitazioni.

Proprio il LAGO DI COMO negli ultimi giorni ha perso circa 70 milioni di metri d’acqua risultando 11 cm al di sotto dello 0 idrometrico (51 cm persi in 10 giorni) e con tendenza ad ulteriore diminuzione. Il lago infatti cede alla Pianura Padana tra i 150 e i 180 metri cubi d’acqua al secondo da ripartire per il funzionamento delle centrali idro e termoelettriche. Se la discesa dei livelli toccasse i 20 centimetri sotto lo zero idrometrico e se il bel tempo dovesse persistere, il Consorzio dell’Adda dovrebbe assumere provvedimenti drastici come la chiusura di alcune importanti dighe.

Gli agricoltori dell’Adda sublacuale soprattutto del bacino del Po stanno protestando e prevedono raccolti gravemente danneggiati dalla siccità. Per questo hanno già più volte chiesto di aprire gli invasi della Valtellina.

LE ALPI
Tuttavia anche tra i monti la situazione e’ piuttosto compromessa. Il Consorzio dell’Adda fa notare che il riempimento dei bacini alpini e’ al 30% delle capacità, circa 157 milioni di metri cubi di acqua. Per far fronte ad ogni possibile emergenza futura, nei prossimi giorni alla sede della Regione Lombardia si riunirà il comitato per la crisi idrica. I tecnici sostengono che i margini di manovra siano stretti.

LE CITTA’
In città i problemi maggiori legati alla siccità sono rappresentati dalle elevate temperature (ieri 34°C a Bolzano, 33°C a Milano, Ferrara, Vicenza, 32°C a Bologna, Torino, Parma e Piacenza) e dalla scarsa qualità dell’aria che risulta sempre più carica di polveri sottili e di ozono nocivo nei bassi strati con concentrazioni ormai prossime alle soglie di tolleranza.

EMERGENZA PER L’ESTATE?
L’estate 2005 potrebbe rivelarsi persino peggiore di quella di 2 anni fa quando molte centrali elettriche hanno rischiato la chiusura per la scarsità d’acqua necessaria al raffreddamento e ci furono gravi danni per l’agricoltura e il turismo. Lo denuncia il dossier dell’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni): “Se non piove nelle prossime 2-3 settimane ci saranno grossi problemi: la situazione e’ pericolosamente vicina a quella del grande secco del 2003. Le riserve di acqua sono appena l’8% ”

Per scongiurare il rischio di guerre fra agricoltori, operatori turistici e industrie per l’utilizzo del prezioso liquido, evitando razionamenti e disservizi nella produzione elettrica, nei prossimi giorni verra’ firmato un accordo fra Regioni, Autorita’ di Bacino, Regolatori dei Grandi Laghi, il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, le aziende elettriche e i consorzi di bonifica. In questi giorni anche l’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti ha sottolineato i problemi legati all’ ”abbassamento dell’idraulicita”’dei bacini e ”molto preoccupata” si e’ detta la stessa Coldiretti.

”Al Nord la situazione idrica e’ ai livelli di guardia” osserva l’organizzazione agricola guidata da Paolo Bedoni. Se continuasse a non piovere potrebbero esserci ripercussioni sulle colture di mais ma anche di barbabietola da zucchero e, a lungo andare, di frutta e la verdura. Un primo impatto il grande secco lo ha gia’ avuto, ad esempio sulla produzione di meloni che sono maturati con grande anticipo, tutti insieme, facendo crollare i prezzi.

Ma che cosa dice il dossier dell’Anbi? ”Pur senza suscitare allarmismi, va segnalato che in assenza di copiose e diffuse piogge, la stagione irrigua 2005 rischia di essere peggiore di quella di due anni fa, che creo’ non pochi problemi all’economia agricola dell’Italia settentrionale”.

Nel 2003, spiega Fabrizio Stelluto, portavoce dell’Associazione, le riserve idriche ”a monte” erano maggiori: ”quest’anno, invece, non solo sono mancate le tradizionali piogge primaverili, ma poca e’ la neve caduta durante l’inverno ed anche i bacini montani sono mediamente riempiti per la meta’ della loro capacita”’ mentre i grandi laghi ”sono al di sotto delle medie stagionali a causa delle scarse precipitazioni, sia di neve invernale che di pioggia primaverile”. Da qui la ”crisi di portata” per molti grandi fiumi come l’Adda e l’Oglio, da cui attingono molte derivazioni irrigue mentre il Po, in questo periodo generalmente in ”piena morbida”, e’ attualmente ”in secca” ed il suo livello e’ solo una settantina di centimetri sopra la ”magra” storica di due anni fa.

CHI RISCHIA MAGGIORMENTE LA SICCITA’?

LOMBARDIA
Nella mappa del rischio siccita’, spicca il caso della Lombardia dove il Consorzio di Bonifica Muzza Bassa Lodigiana sottolinea che una crisi cosi’ grave si e’ registrata anche nel decennio prima della 2° Guerra Mondiale e che la crisi idrica del ’76 fu peggiore

VENETO
Ma la situazione e’ critica anche in Veneto dove la portata dell’Adige e’ la meta’ di quella definita di ”minimo deflusso vitale”: il Consorzio Lessinio Euganeo Berico (con sede nel veronese) ha gia’ ridotto le derivazioni e teme la sospensione degli approvvigionamenti per l’importante asta irrigua, lunga circa 38 chilometri che raggiunge la provincia di Venezia, ”bagnando” anche territori vicentini e padovani.

FRIULI VENEZIA GIULIA
Non va meglio, secondo la fotografia scatta dall’Anbi, nel bacino del Tagliamento, dove la Regione Friuli Venezia Giulia, per non penalizzare l’agricoltura, e’ dovuta intervenire con una deroga in merito all’applicazione del ”minimo deflusso vitale”.

E non va certo meglio nel lago d’Idro, gia’ penalizzato dalla riduzione della capacita’ d’invaso di sette metri, pari a circa dieci milioni di metri cubi d’acqua. Pur non essendo ancora emergenza, si programma oculatamente il futuro anche del lago d’Iseo; attualmente il livello delle acque e’ pari a +86 centimetri sullo zero idrometrico, in media stagionale. Gli afflussi dal bacino imbrifero sono al minimo storico: 43 metri cubi al secondo contro una media stagionale pari a 82,7 mc./sec .
Autore : Report di Simone Maio