00:00 15 Aprile 2009

Sole: un salto nel BUIO?

Molti lettori ci scrivono chiedendo spiegazioni riguardo le possibili conseguenze del minimo di attività solare che prosegue imperterrito per la sua strada. Quest'oggi rispondiamo con una ulteriore clamorosa novità.

Sono Alessio Martini da Ancona: vi seguo giornalmente e non mi perdo nemmeno un aggiornamento sul clima. Vi scrivo poiché, come appassionato di meteorologia, trovo nei vostri articoli una trasparenza dell’informazione che non ho mai incontrato da anni che faccio ricerche in ambito climatologico, e per questo non posso che ringraziarvi. In particolare vi scrivo perché negli ultimi mesi sto leggendo sempre più articoli riguardanti l’eccezionalità di questo minimo solare che segue il ciclo 23. Naturalmente ho letto tutti i vostri articoli che parlano proprio di questo argomento, ma oggi vi volevo chiedere se era possibile ricevere da voi una risposta a contenente le vostre più sincere impressioni su questo minimo solare, sulla sua possibile evoluzione, sulla sua comparazione all’inizio del minimo di Dalton, sull’aumento dei raggi cosmici e dei neutroni, quindi sul possibile aumento della nuvolosità medio-bassa, sul possibile conseguente calo delle temperature e dunque, in generale, sulle possibili ripercussioni che tutte queste cose possono avere sul nostro clima. Vi ringrazio in anticipo e spero in una vostra risposta più sincera. Tanti saluti e buon lavoro.

Alessio Martini

Risponde LUCA ANGELINI

Carissimo Signor Alessio
sull’argomento “minimo solare” le potrei esternare tutte le mie impressioni, tutto quello che penso o che vorrei pensare ma alla fine rimarremmo al punto di partenza. Preferisco rispondere in termini non dico strettamente scientifici (necessiterebbero alcune pagine del giornale) ma più di ambito più divulgativo. Questo gioverà senz’altro alla notoria trasparenza stessa di Meteolive.

Mentre scriviamo, il Sole ormai alto sull’orizzonte inizia a scaldare, tuttavia gli strumenti ci dicono che la sua adrenalina è ancora estremamente bassa; basso il flusso solare, basso il vento solare, basso il campo magnetico, basso, anzi bassissimo e spesso addirittura pari a zero il numero di macchie, quelle esplosioni che emettono l’energia che fa la differenza, la differenza tra un minimo e un massimo undecennale.

Alcune teorie, tra le quali quella comprovata dei raggi cosmici che abbiamo sposato come verosimile, ci mettono in guardia riguardo alle possibili conseguenze di questa fase: abbassamento delle temperature globali dell’atmosfera. Tale discorso in realtà è un po’ troppo riduttivo. Moltissimi elementi concorrono ai bilanci termici del Pianeta e la sola azione dell’aumentata riflettività dovuta all’aumentata copertura nuvolosa (quest’ultimo comunque è un dato di fatto) necessiterebbe di molti anni prima di dare i primi risultati. Conseguenze dirette invece le abbiamo già sperimentate e si riferiscono essenzialmente al mutato disegno delle correnti che regolano la circolazione generale dell’atmosfera. Da qui partono i presupposti per il rilascio di acque più fredde che sgorgano dai fondali verso la superficie (vedi Nina, temperature del Pacifico settentrionale, AMO atlantica e altre ancora).

L’osservazione, direi clamorosa, che alcuni ricercatori ci forniscono, e sulla quale vorrei porre l’attenzione di tutti i lettori, è però incentrata proprio sul Sole. Fino a quando continuerà questa fase di stanca? Quando inizierà il ciclo numero 24? Forse mai!

Lo studio dei buchi nella corona solare, macchie antagoniste ai “flares” (i brillamenti solari), stanno mettendo sul piatto una raggelante ipotesi, ipotesi che troverebbe precedenti (naturalmente in quel caso molto più amplificati) nel minimo di Maunder: in sostanza queste “anti-macchie” sarebbero degli strappi nella corona solare che si trovano in determinate posizioni del globo solare a seconda proprio delle diverse fasi della sua attività.

Ebbene, anzichè trovarsi a ridosso dei poli solari, così come è normale che fosse in caso di minimo, questi buchi della corona solare si stanno presentando a fasi alterne e regolari (circa ogni due settimane) in area equatoriale, esattamente come dovrebbe accadere in fasi di massimo solare.

Cosa significa che ci troviamo in una fase di massimo “mascherata”? Secondi alcuni ricercatori si. E proprio lo studioso numero uno del campo, il professor Hathaway, chiuderebbe con la sua teorie la quadratura del cerchio. Egli aveva previsto il massimo del ciclo 24 intorno alla seconda metà del 2009. Ora, non essendo possibile tale evenienza, esattamente come ci suggerisce la posizione dei buchi nella corona solare, va da sè che potremmo “saltare” a più pari il ciclo 24, ripiombare in un nuovo minimo e partire poi tra alcuni anni direttamente con il ciclo 25.

Le conseguenze sul clima? Beh, facilmente immaginabili; naturalmente chi vive di Global Warming potrebbe trovarsi in seria difficoltà, visto e considerato che dovrebbe spiegare al mondo come sia possibile che il Sole da “solo” abbia reso carta straccia le migliaia di pagine scritte dall’IPCC con quella curva delle temperature puntate verso il cielo. Al momento è però davvero troppo presto per trarre conclusioni; sicuramente ne potremo parlare strada facendo, visto e considerato che se saltassimo il ciclo 24 ci troveremmo in quel caso dinnanzi ad un super minimo mai documentato strumentalmente.

Facciamola breve: potremmo scivolare verso una nuova era glaciale? Qualcuno, mangiata la foglia, la sparerà sicuramente grossa millantando una nuova glaciazione. Nessuna paura, non accadrà nulla di tutto questo. Le glaciazioni sono state causate da una sinergia di eventi entro i quali hanno concorso sia le oscillazioni dell’attività solare, sia le oscillazioni orbitali del nostro Pianeta le quali, solo loro, sarebbero in grado di apportare modifiche tali da annientare qualsiasi scenario rovente e catastrofico, perfino quelli dell’IPCC.
Autore : Redazione