L'infarto è uno scippo. La vita ti vola via in un istante, che quasi non te ne accorgi. Montanelli diceva che, non potendo l'uomo sottrarsi dalla dipartita, era comunque la morte da preferire.
Mia nonna invece la temeva e, negli ultimi anni 70, per vincere l'angoscia che l'opprimeva la sera, si consolava sempre con i quiz di Mike Bongiorno e mi coinvolgeva, io ancora bambino, nei vari "rischiatutto" e "scommettiamo".
Così ho imparato a conoscere il re del quiz e ricordo di averne parlato anche in qualche tema a scuola, specie in merito a battute divertenti, ma un po' sopra le righe, di Mike, senza contare gaffes memorabili come "Pio ics o Paolovi" o la frase rivolta a Romina Power "adesso ce la fa vedere".
Mi appassionai però maggiormente al personaggio quando ne scoprii la vena sportiva. Fu nel 1982 con Superflash. Mike era già passato a Mediaset ed annunciò che la sigla finale sarebbe stata spettacolare, girata a Cervinia, sotto un'intensa nevicata ottobrina. Si riferiva al video de "l'amico è" di Dario Baldambembo, in cui effettivamente il cantante, ospite di Mike, si fece portare con l'elicottero un pianoforte e, sotto un'improvvisa nevicata, intonò le note della canzone, circondato da tutto l'entourage di Bongiorno.
Solo allora indagai e scoprii che Mike aveva rischiato di morire assiderato sul Cervino mentre nel 76 girava la pubblicità della Grappa Bocchino, con l'elicottero che lo recuperò a stento. Ottimo sciatore, grande appassionato e conoscitore della Valle d'Aosta, Mike ha viaggiato nelle terre dei ghiacci, e in tutto il mondo, ma non ha mai dimenticato la sua Cervinia, la sua Gran Becca e dal 1999 era cittadino onorario di Valtournenche. Nemmeno la frattura di una gamba lo aveva allontanato dalle piste. "Non posso fare più sci da discesa, ma mi resta il fondo -si era consolato" del resto adoro la neve".
Era però l'ultimo Mike quello che personalmente mi è piaciuto meno, il Mike di Fiorello, il Mike un po' burbero, zelante e pignolo fino all'eccesso con i suoi collaboratori nelle televendite, meno paziente e conciliante, meno umile e un po' troppo personaggio rispetto al passato, quel passato in cui, come riporta Eco nel suo "diario minimo", "non si vergognava di essere ignorante e professava una stima e una fiducia illimitata verso l'esperto; un professore è un dotto; rappresenta la cultura autorizzata. È il tecnico del ramo. Gli si demanda la questione, per competenza". Quel rispetto per chi studia che oggi è venuto meno: spesso anche lo scienziato viene attaccato, ridicolizzato, offeso.
C'era nel Mike degli anni 60 quell'educazione, quel rispetto dei ruoli, quella solidarietà, quell'umanità, quella bonarietà e semplicità che era propria della gran parte del popolo italiano, uscito dalla tragedia della guerra.
Non importa se parlava un "basic italian", perchè così doveva essere, Non bisognava fare alcuno sforzo per capirlo, doveva arrivare a coinvolgere la gran parte della popolazione, anche quella che parlava il dialetto e che per apprendere l'italiano, aveva proprio bisogno di corsi di base. Questo era uno dei suoi scopi, un obbiettivo raggiunto in pieno.
Rincresce che nel giorno della sua morte qualche testata lo usi ancora come strumento politico. Nessuno ha riportato l'ultima commovente intervista realizzata da Daria Bignardi, ma si è voluto come al solito puntare tutto sulla frattura con Berlusconi, fra l'altro ricompostasi durante l'estate, come da Mike stesso confermato alla Bignardi. Di tutte queste cose terrene ormai il re del quiz se ne frega, ora è "sempre più in alto".