00:00 17 Settembre 2017

Scambi meridiani d’autunno: le conseguenze sul presente e sul futuro

Nella terza decade settembrina, si preannuncia un importante scambio meridiano sull'Europa; ecco le sue conseguenze a breve termine ed a lungo termine.

Movimenti come quelli messi in luce dal modello europeo nella terza decade settembrina non sono comuni da osservare in questo periodo dell’anno, sebbene nel recente passato eventi di questo tipo si siano verificati con maggior frequenza, testimoniando quello che si preannuncia come un importante cambio di circolazione su scala europea, probabilmente indotto da una maggiore quantità di calore presente nel sistema atmosferico. L’innesco di una circolazione meridiana così esasperata, potrebbe quindi trovare risposta nell’anomalo accumulo d’aria calda sulla fascia delle latitudini subtropicali, la quale giocherebbe un ruolo di primaria importanza. In tempi di "Global Warming", in un periodo in cui la "febbre" del nostro pianeta è cresciuta, gli scambi meridiani possono essere considerati come il lavoro dell’atmosfera nella sua continua ricerca di un equilibrio termico tra polo ed equatore, adesso più utili che mai.

Ebbene un flusso d’aria molto calda che dalle latitudini subtropicali oceaniche si trasferisce sino alle latitudini settentrionali d’Europa, interagendo con la circolazione dell’artico, è lo scenario preventivato quest ‘oggi dai principali centri di calcolo a nostra disposizione. Nell’immediato futuro dovremo aspettarci valori termici inferiori alle medie sull’Europa nord-orientale, l’area balcanica ed anche il Mediterraneo (Italia inclusa). Nell’ambito del nostro Paese, ritroveremo condizioni instabili al centro e soprattutto al sud, mentre avremo un trend ancora avaro di pioggia al nord.

L’impatto di tali circolazioni meridiane cosí esasperate sulla circolazione dell’artico, NON rappresentano un punto a favore sul buon esito della stagione invernale; il Vortice Polare ancora al suo esordio, è costretto già adesso a subire azioni di tipo caldo che influenzano negativamente il suo raffreddamento. Molto meglio sarebbe avere in questo periodo dell’anno, una circolazione di tipo occidentale, in grado di mantenere ben chiuse e compatte le masse d’aria fredda sulla regione polare ma del resto, se così non accade , è quantomai evidente come esista oggi più che nel passato, un esubero di calore che l’atmosfera ha necessità di smaltire, avviando circolazioni di questo tipo.

Volgendo la nostra attenzione al futuro, potremo andare incontro ad un ricompattamento tardivo del vortice e di conseguenza l’avvio tardivo delle dinamiche circolatorie invernali che talvolta possono risultare addirittura compromesse, saltando completamente all’appello. 

Un autunno di valori termici SOTTOMEDIA e di imponenti scambi meridiani preannuncia quindi ad una buona stagione invernale? 

Niente affatto, sebbene non vi siano correlazioni dirette tra una e l’altra stagione, riversare aria calda sul polo durante l’autunno, limita quello che é il raffreddamento radiativo che, sempre più spesso, si verifica con un ritardo di anche un mese e mezzo o due mesi rispetto al passato. Inutile dire come questo ritardo determini delle ripercussioni sulla circolazione invernale.

Nonostante tutto l’atmosfera non ha e non avrá mai un comportamento "lineare", insomma potremo sempre giocarci il tipico effetto sorpresa, senza che quest’ultimo possa essere previsto o ipotizzato con sufficiente anticipo. 

Autore : William Demasi