00:00 29 Marzo 2010

Quando facciamo benzina rischiamo il cancro?

I vapori della benzina sono estremamente tossici: ecco come difendersi.

Sicuramente a molti piace il profumo della benzina che esce dal serbatoio mentre ci si rifornisce dal distributore. Ebbene, quelle esalazioni sono estremamente tossiche per la nostra salute e soprattutto per chi lavora presso le pompe di carburante.

È nota infatti la bassa temperatura di evaporazione della benzina: per ogni litro di rifornimento, in quel breve intervallo di tempo che si rimane col tappo del serbatoio aperto, ne immettiamo nell’aria circa 1 grammo.

Una modesta quantità con un’alta concentrazione di benzene, una sostanza altamente cancerogena. Moltiplicando questo grammo per tutte le macchine che ad ogni istante si riforniscono dal distributore otterremo un grado di rischio sufficientemente elevato.

Cosa fare per ridurre il pericolo? La prima buona norma è quella di respirarne il meno che sia possibile; non a caso, oltre che per motivi economici, sono in aumento i punti “fai da te” per tutelare anche la salute degli addetti ai lavori.

A livello internazionale, non sono ancora state stabilite delle regole di protezione da parte dell’Oms ma in altri Paesi già vengono applicate delle originali misure preventive.

Negli USA e in Svizzera ad esempio, la pistola del distributore è dotata di aspiratori dei vapori in grado di recuperare quasi totalmente le gocce disperse nell’aria.

In Germania, è stato studiato ed attuato un metodo che aspira la quantità d’aria corrispondente alla benzina erogata e la rimette nel tank della stazione di servizio dopo averla fatta transitare in un filtro a più strati di silicio. In questo passaggio, vengono selettivamente catturati gli idrocarburi e riconvogliati in parte nel serbatoio della stazione. Il problema è risolto solo in parte; resta sempre lo smaltimento dei filtri inzuppati di sostanze cancerogene.

E in Italia cosa si sta facendo? Per ora molto poco ma sarà bene adeguarci presto.
Autore : Report redazione