00:00 15 Novembre 2008

Qual è il vento di Foehn più mite?

Rispondiamo ad una domanda che molti abitanti delle pianure del nord spesso possono porsi.

Come sappiamo il Foehn è quel vento secco (e spesso relativamente mite) di caduta dalle montagne, che in alcuni casi si manifesta con raffiche estremamente violente, ma che di solito porta ad avere una visibilità estremamente ampia, tale da permettere la visione di nubi o rilievi distanti fino a 300-400 km.

Ma quali sono i meccanismi di formazione del Foehn? Le configurazioni bariche che portano alla manifestazione di questo fenomeno possono essere fra le più svariate, però ce ne sono alcune che caratterizzano gli episodi con raffiche di vento mite particolarmente intense.

Fra tali situazioni si può annoverare quella che porta al “Foehn da rimonta anticiclonica dinamica”; in questi casi infatti il vento si manifesta portando ad aumenti di temperatura repentini e consistenti su gran parte della fascia prealpina e pedemontana occidentale e talvolta sin sulla pianura piemontese e lombarda.

Ma come si può descrivere la situazione che porta alla sua nascita? In pratica bisogna immaginare che le Alpi vengano investite da venti settentrionali inseriti in una corrente a getto, un “fiume” di venti d’alta quota, che spesso si manifesta con nubi alte e sfilacciate che corrono dai crinali alpini verso sud.

Si deve poi supporre che questo “nastro” di venti si porti lentamente verso est, abbandonando gradualmente i rilievi delle Alpi occidentali, permettendo quindi in loco (o meglio sul versante estero dei rilievi) un lento aumento della pressione atmosferica ed un affievolimento graduale del vento in quota.

Occorre poi non dimenticare che in questi casi l’aria in arrivo subito ad ovest della corrente a getto (e quindi nel settore dove la pressione è in aumento), è di provenienza atlantica, e pertanto è relativamente umida.

Fatte queste premesse, ed immaginando che in Pianura Padana la pressione sia inizialmente relativamente bassa, abbiamo tutte le condizioni necessarie e sufficienti per lo sviluppo di correnti di “Stau” sul versante alpino estero; data l’elevata umidità della massa d’aria (messa in evidenza precedentemente) si genereranno nubi compatte associate a precipitazioni lungo tutto il versante settentrionale dell’arco alpino, con temperature in netto calo.

Al contrario, una volta che la massa d’aria avrà superato i crinali montuosi, essa scivolerà verso il basso, e (grazie all’umidità relativa ancora piuttosto alta) provocherà un aumento della temperatura in Pianura Padana più marcato che in caso di Foehn provocato da venti secchi GIA’ IN ORIGINE.

Infatti non bisogna dimenticare un aspetto fondamentale nel processo: più la massa d’aria originaria (in questo caso quella proveniente dall’Atlantico) è umida, maggiori saranno gli effetti dei venti di Stau e Foehn sulla temperatura nei rispettivi versanti montuosi.
Autore : Lorenzo Catania