In questo articolo si espongono altri argomenti che sollevano forti dubbi sulla reale influenza dell'uomo sui cambiamenti climatici in atto negli ultimi decenni.
L'intento è quello di esaurire le problematiche connesse con la disputa sul riscaldamento globale e di invitare i lettori di Meteovalleditria a dare una loro opinione in merito e, qualora ce ne fossero, di porre domande e di sollevare eventuali dubbi.
Gli scenari apocalittici che vengono propinati sistematicamente dai mass media altro non sono che estrapolazioni dei modelli adoperati dall'IPCC, l'Intergovernamental Panel on Climatic Change, che è l'organo preposto allo studio dei cambiamenti climatici su scala globale ed al loro impatto sull'ambiente e sulla vita umana.
Le conclusioni di questo ente prefigurano, entro il 2100, un aumento della temperatura del pianeta di 5°C, il totale scioglimento dei ghiacciai e l'aumento del livello medio dei mari fino alla cancellazione di lunghi tratti litorali ed alla sommersione di città come Venezia, Bari ed altre situate a pochi metri sopra il livello del mare.
In questa sede non voglio dilungarmi sull'ambiente presente all'interno dell'IPCC, da cui negli ultimi anni si sono
dissociati scienziati eminenti, i quali ora da esso prendono le debite distanze. Il motivo della loro decisione si basa sul
fatto che i ricercatori dell'IPCC, studiando i dati degli ultimi 150 anni di storia del clima, sono giunti alla conclusione che
probabilmente il cambio climatico attuale è provocato dall'inquinamento antropogenico dell'atmosfera.
Tale versione è autoreferenziata e non è validata da un confronto scientifico internazionale multidisciplinare. Le conclusioni dell'IPCC non hanno basi scientifiche valide, in quanto si basano sui dati climatici degli ultimi 150 anni: praticamente la storia del
clima precedente agli ultimi 150 anni per l'IPCC non esiste!
La storia delle relazioni tra attività solare e clima delle ultime
migliaia di anni, evidenziata dai più validi fisici solari internazionali, per l'IPCC non esiste! Come non può esistere la
conoscenza di tutte le variabili che entrano e che entreranno in gioco nello studio del clima. Va detto, in breve, seguendo le parole del Prof. Ortolani, ordinario di Geologia dell'Università Federico II di Napoli, che i risultati dell'IPCC, scientificamente banali, si sono trasformati per interessi di parte, e non per meriti scientifici, in verità scientifica!
Così, basandosi su questa assurda verità scientifica, il protocollo di Kyoto, invece di essere presentato all'opinione pubblica
mondiale come attuazione di misure tese a ridurre l'inquinamento atmosferico (che sarebbe dovuto essere il suo reale
obiettivo), è stato proposto come modo di combattere il cambiamento climatico.
Ad esempio, nei modelli utilizzati dall'IPCC non si tiene mai conto del comportamento futuro del Grande Nastro Trasportatore oceanico, di cui è parte integrante la Corrente del Golfo. Se i ghiacciai artici e montani continueranno a sciogliersi, in base alle conclusioni raggiunte in un Meeting Internazionale di Oceanografi tenuto nel Febbraio 2002, la salinità dell'oceano potrebbe ridursi a tal punto, da bloccare il processo di inabissamento delle acque superficiali dinanzi alle coste della Groenlandia, grazie al quale le coste occidentali europee godono di un clima mite; un suo
inceppamento farebbe diminuire di 10°C le temperature medie invernali sulle coste prospicienti e di 5°C su gran parte
d'Europa.
D'altronde, il blocco della Corrente del Golfo è un evento che si è più volte verificato nella vita del pianeta a causa di immissione di acque dolci e rilievi oceanografici effettuati negli ultimi anni al largo delle coste groenlandesi hanno registrato un rallentamento del 30% nella velocità di inabissamento delle acque di superficie rispetto agli anni 70, sinistro segnale di un vistoso rallentamento della Corrente del Golfo.
Ora si potrebbe obiettare: a chi fa comodo produrre allarmismo nella gente e far credere che in futuro farà sempre più caldo per colpa dell'uomo? Fa comodo certamente alle compagnie assicurative, a chi ha interessi a promuovere l'uso di fonti energetiche rinnovabili, fa comodo a chi vuol far vendere i giornali o i libri! Un esempio su tutti: ci hanno letteralmente assillato per mesi con la storia della siccità che attanagliava il Nord-Ovest italiano, con le immagini del Po e dei suoi affluenti ridotti quasi in secca ed ora che la pioggia è tornata copiosa, così come la neve, nessuno ne parla: perché?
D'altra parte i catastrofisti di oggi non son diversi dai catastrofisti degli anni '70 quando, al termine di un trentennio
caratterizzato da temperature medie in flessione su tutto il globo e dall'avanzata dei ghiacciai alpini, dicevano che l'uomo, se non avesse ridotto le sue emissioni inquinanti, presto avrebbe fatto piombare il globo in una nuova era glaciale! In seguito il trend termico globale mutò ed i catastrofisti corressero il tiro!
Alla luce delle conoscenze odierne POSSIAMO SOLO DIRE che l'uomo, col suo intervento sull'ambiente, ha certamente modificato il microclima di ristrette aree del pianeta, costruendo giungle di cemento e di asfalto, che ad ogni ondata di calore si trasformano in autentiche fornaci, dove l'aria spesso ristagna e diventa irrespirabile, dove spesso la neve non riesce più ad attecchire ed il gelo non si sa neanche cosa sia. ma una cosa è il microclima delle isole di calore urbane, altra cosa è il clima globale!
Concludendo con le parole del meteorologo Alessio Grosso, "immettere veleni nell'aria, trasformare le nostre città in
fornaci ardenti, gettare in mare sostanze cancerogene ed altri inquinanti è un crimine: solo per questo va combattuta
tenacemente la battaglia sull'ambiente e non per perseguire la presuntuosa idea di bloccare l'incremento termico
globale!"
Che poi l'anidride carbonica prodotta dall'uomo (che è solo il 4% di quella rilasciata dalla Terra) possa incidere o no sul riscaldamento globale è un problema quasi secondario; problema primario, invece, è quello di preparare un mondo più pulito e più vivibile per le nuove generazioni, freddo o caldo che sia!