00:00 14 Agosto 2017

Perché il modello europeo NON crede nel passaggio temporalesco del 18-20 agosto?

In merito all'impulso di instabilità pronosticato a cavallo venerdì 18 e sabato 19 agosto, questa questa mattina abbiamo ancora una discrepanza notevole di vedute tra l'aggiornamento del modello europeo e quello della controparte americana. Come mai una differenza così notevole nel range del medio termine?

Sul finire della seconda decade di agosto, un nuovo impulso d’aria instabile è previsto attraversare l’Europa continentale ma la sua effettiva traiettoria, così come le zone che, nello specifico, andranno ad essere interessate dai fenomeni, restano ancora molto incerte. Spostando lo sguardo al nostro territorio nazionale, alcune previsioni deterministiche, riferendoci in particolar modo alla visione proposta dal modello americano, mettono in luce l’avvento di un passaggio instabile proveniente dai quadranti nord-occidentali. Quest’ultimo riuscirebbe a sfruttare un canale lasciato aperto dalla posizione defilata dell’anticiclone delle Azzorre che favorirebbe lo scivolamento di una figura depressionaria dall’oceano Atlantico ai settori centro-orientali d’Europa. Il nostro Paese si troverebbe coinvolto da tale circolazione sperimentando una fase instabile con target preferenziale le regioni di nord-est ed i versanti medio adriatici. Tale linea di tendenza viene però smentita clamorosamente dalla previsione del modello europeo ECMWF, e con essa anche dal modello inglese UKMO, entrambi allineati su di un passaggio di tipo "alto", con scarso coinvolgimento del suolo italiano. 

Senza dubbio questa importante differenza previsionale si basa sulla diversa ampiezza d’onda messa in luce dai due modelli; volgendo lo sguardo all’oceano Atlantico, la visione proposta questa mattina dal modello europeo, mette in luce una circolazione ancora di tipo occidentale che continuerebbe a governare l’Europa sin verso il termine della seconda decade di agosto. Ciò determinerebbe una maggiore invasività dell’anticiclone delle Azzorre sull’Europa, l’impulso d’instabilità finirebbe con l’essere dirottato sulle regioni orientali europee. 

La visione del modello americano contempla invece la strutturazione di un’onda di Rossby più pronunciata; le differenze sarebbero sostanziali anche sull’oceano Atlantico, laddove ritroveremo una figura altopressioria azzorriana disposta maggiormente lungo il senso dei meridiani. Proprio la posizione più invasiva dell’alta pressione sul nord Europa, favorirebbe almeno in parte, il "taglio" dei rifornimenti d’aria fresca diretta alla "NOSTRA" depressione che finirebbe in tal modo per sprofondare sul bacino centro-orientale del Mediterraneo, avviando una fase instabile anche per il nostro Paese. 

Al momento entrambi gli scenari conservano una probabilità di realizzazione molto simile tra uno e l’altro, anche se nel range del medio termine, le linee di tendenza calcolate dai modelli europei conservano generalmente una maggiore affidabilità. 

Autore : William Demasi