La natura tende spesso ad equilibrare le cose, appianando i contrasti e cercando di eliminare le anomalie presenti in una determinata zona del nostro Pianeta.
Questo assioma tuttavia non è così scontato. In alcune circostanze, quando su determinate zone sono presenti forzanti quasi impossibili da rimuovere (in tempi brevi), la natura preferisce PERSEVERARE sulla linea già seguita più che cercare una modifica. Così facendo, compie uno sforzo nettamente minore, come minore è il dispendio energetico dei suoi processi.
La situazione barica che si è creata in questo ultimo scampolo d'inverno ricorda gli inverni più nefasti per le regioni settentrionali italiane, quando neve, pioggia e altre meteore si schiantavano sui settori transalpini per scivolare inevitabilmente verso il centro-sud, lasciando sempre a secco il nord.
Fortunatamente quest'anno la circolazione non si è presentata così serrata durante tutto l'inverno. Qualche strappo alla regola si è presentato, segnatamente nel mese di febbraio, concedendo fenomeni e nevicate anche a buona parte del settentrione.
Il problema dello squilibrio barico e termico presente tra Iberia/Vicino Atlantico e Mediterraneo centro-orientale è lampante nella cartina sopra riportata, che inquadra la situazione attuale in Europa e in Italia.
Troppo caldo e troppa alta pressione ad ovest, troppo freddo e clima depressionario ad est. In poche parole, tra lo Ionio, la Grecia e il Mediterraneo orientale si è creato una sorta di "pozzo depressionario" che attrae tutte le perturbazioni e rinnova condizioni di maltempo in loco.
Quando si perpetua questa situazione barica, l'aria fredda difficilmente entra con decisione sulla nostra Penisola e sull'Europa centrale in quanto risulta spesso deviata ad est dal "gobbone anticiclonico "presente più ad ovest.
Lo "spanciamento" dell'alta pressione ad ovest non nasce per caso, ma è il frutto di un'attività esasperata delle vorticità nel comparto canadese. La produzione di intense depressioni in quel settore determina un'accelerazione del getto tale da deformare la stessa cella di Hadley sottostante. Di conseguenza la figura anticiclonica risulta estroflessa ad ovest ed introflessa più ad est, dove l'inverno spesso ruggisce.
Solo lo svuotamento delle vorticità sul Canada e una conseguente minore tensione del getto corrispondente potrebbe scongiurare tale situazione, che da oltre 2 mesi si presenta sui nostri comparti (tranne brevi pause). L'inverno in questo modo potrebbe esplicarsi meglio in Europa, anche sui settori più occidentali, ma non sembra essere il caso di quest'anno.