00:00 5 Giugno 2009

Oceani in fermento, all’orizzonte spunta l’ipotesi Nino

Ce lo comunicano diversi Istituti climatologici e ce lo conferma con un apposito avviso anche la NOAA in persona. Eventuali conseguenze? Non prima del prossimo autunno.

Dopo una lunga fase di quiete che ha contraddistinto la fascia oceanica chiave per il clima del Pianeta, la cosiddetta zona “ENSO”, qualcosa sembra muoversi nelle acque superficiali degli oceani. I dati pervenuti dagli ultimi rilevamenti, elaborati da appositi modelli, sono giunti ad una conclusione che questa volta pone le basi su elementi concreti e che difficilmente non si possono condividere.

Stiamo andando verso una fase caratterizzata dal ritorno di El Nino, il bambinello impertinente che scalda le acque equatoriali del Pacifico orientale determinando una serie di reazioni a catena a effetto domino con ripercussioni a livello planetario. Oltre alle previsioni d’ensemble da tempo orientate verso questa prospettiva, mancava solo il comunicato ufficiale di monitoraggio della NOAA, pervenuto ieri 4 giugno con la seguente dicitura: “El Niño Watch”.

Nel medesimo comunicato si evince che complessivamente nel mese di maggio l’andamento delle temperature superficiali oceaniche in zona ENSO sono risultate ancora neutre, tuttavia si nota un lento aumento delle stesse, aumento che ormai si protrae da 5 mesi con valori compresi tra +0,4 e +0,5°C.

Altri elementi che fanno pendere la bilancia verso la nascita di El Nino sono racchiusi nella struttura del termoclino, con l’affioramento di acque più calde già al di sotto di esso. Da prendere in considerazione anche l’andamento della convettività equatoriale identificata nell’indice MJO, la cui fase prevista per la fine di giugno, solitamente coadiuva anch’essa la strutturazione di El Nino.

Al momento infatti si sta già registrando un progressivo indebolimento degli Alisei; il mancato “raschiamento” del termoclino sottovento alle coste ecuadoregne sta difatti provocando, come detto poc’anzi, la risalita di acque via via più tiepide in loco.

Conseguenze sull’Europa? E’ ancora molto presto per trarre conclusioni, sia perchè nessuno è in grado di quantificare la portata dell’evento, sia perchè non si so come possa reagire il Pacifico boreale, alle prese con l’indice PDO decisamente negativo che solitamente inibisce il fenomeno di El Nino, sia anche perchè i modelli non sono in grado di quantificare la forzante solare che ancora rimane fuori dagli schemi con una attività molto bassa e soprattutto molto protratta nel tempo.
Autore : Luca Angelini