00:00 18 Febbraio 2010

NOTEVOLE: la corrente a getto attiva ormai solo tra latitudini mediterranee e nord Africa

Lo sconquasso del vortice polare sta determinando situazioni bariche non propriamente frequenti.

Il ramo del getto polare è ridotto ad un braccino amorfo e stentato. A tener viva la corrente a getto ci pensa la vivacità del ramo subtropicale, che si presenta teso tra le latitudini mediterranee e nord-africane.

E’ come se il flusso zonale atlantico si fosse abbassato di colpo di circa 10 gradi di latitudine. L’assenza, in cabina di regia, del vortice polare, ha lasciato l’Europa centro-settentrionale quasi in balia di se stessa, con le masse gelide che tengono prigioniera come non mai la Scandinavia.

Di conseguenza è come se l’Italia vivesse il tempo del Regno Unito, del Belgio, dell’Olanda nei momenti in cui il getto è particolarmente teso e lanciato, e presenta di tanto in tanto qualche ondulazione. Dunque il tutto si traduce in una grande variabilità, piogge che vanno e che vengono e spesso abbondanti e neve solo in quota, purtroppo limitata alle Alpi, visto che l’Appennino riceve un respiro mite eccessivo, di quelli oceanici.

A dispetto di quanto si creda però questa non è una situazione da global warming: anzi è segno di uno sconvolgimento barico che, se dovesse continuare, costringerebbe a rivedere molte teorie nell’ambiente, prima fra tutte quella che assocerebbe il futuro mediterraneo a condizioni di grave siccità e di domini anticiclonici pressochè continui.
Autore : Alessio Grosso