A Mosca d'inverno nevica. E' sempre stato così e, salvo stagioni eccezionalmente secche e avare di fiocchi, sarà così ancora per molto tempo, alla faccia del sindaco. Certo, magari non ne cadono dei metri, ma la spruzzata coreografica di qualche centimetro non manca mai all'appello.
La neve è peraltro una delle attrattive invernali della città . Chi ci va e non la trova sulle cupole di San Basilio, rimane quasi deluso. Ora, il sindaco, stufo per le spese di pulizia per il suo sgombero e per il disturbo che reca, vorrebbe sfruttare le tecniche per la modificazione artificiale del tempo ed impedire che le nevicate rovinino importanti eventi mondani.
Se qualcuno già storce il naso, vorremmo rassicurarlo, sarà molto difficile che una simile operazione riesca e soprattutto, sfruttando la tecnologia del ghiaccio secco o nitrato d'argento, al massimo si riuscirà a trasformare in pioggia la precipitazione, prima che questa raggiunga comunque il suolo, congelandoci gradualmente sopra e provocando effetti molto più pericolosi di una innocua nevicata.
Inoltre magari la tecnica avrebbe qualche risultato se applicata ad un rovescio di neve di breve durata originatosi da una nube cumuliforme, ma di fronte ad una perturbazione estesa per centinaia di km e della durata di oltre 24 ore, i riscontri sarebbero modesti, per non dire nulli.
Secondo il sindaco Luzhkov il programma per il controllo meteorologico consentirebbe risparmi enormi, ma ammesso e non concesso che funzioni, priverebbe la città di tutta la sua poesia.
A nostro giudizio i moscoviti amanti della neve possono dormire sonni tranquilli.