00:00 7 Febbraio 2018

MODELLO EUROPEO: confermati gli scenari di FREDDO in Europa anche a medio e lungo termine

Prosegue un mese di febbraio influenzato da temperature spesso fredde. il nostro Paese dovrà probabilmente fare ancora i conti con le cosiddette "depressioni da contrasto" con altre probabili occasioni di NEVE a bassa quota sulle regioni settentrionali.

DUE protagonisti nel palcoscenico atmosferico europeo del prossimo futuro: da una parte le correnti temperate oceaniche, dall’altra il FREDDO presente soprattutto sulla Russia ed i paesi europei orientali che faranno da scudo all’ingresso dell’aria mite sul nostro continente. Come spesso accade, il nostro Paese verrà a trovarsi nella sottile linea di confine tra queste due grandi circolazioni, la corrente a getto in uscita dalla regione canadese sarà quindi costretta a percorrere una traiettoria più meridionale e pertanto i settori centro-occidentali d’Europa (Penisola iberica e Francia) saranno vulnerabili agli impulsi d’aria polare marittima che potranno dar luogo ad episodi di tempo instabile anche sul Mediterraneo.

Particolare attenzione riveste la nuova perturbazione che potrebbe interessare il nostro Paese tra martedì 13 e mercoledì 14 febbraio, una nuova occasione di NEVE a BASSA QUOTA sulle regioni settentrionali, ove l’aria più mite di origine mediterranea potrebbe ancora interagire con le masse d’aria più fredde in arrivo dalla regione balcanica. Al centro ed al sud prevarrebbe ancora l’azione più temperata portata dai venti meridionali, la pioggia non mancherebbe certo all’appello ma la quota neve sarebbe confinata più in alto. 

Va da sè che la situazione sinottica preannunciata dai modelli per i prossimi giorni, continuerebbe a riservare proprio per il nord i valori più freddi di temperatura, mentre in linea generale i valori risulterebbero più miti al centro ed al sud ma sempre in un contesto allineato alle medie del periodo. In tal modo la circolazione di questo inverno 2018 prende le distanze da quelli che erano gli standard stabiliti appena un anno fa, in cui avevamo l’anticiclone delle Azzorre in una posizione assai più invasiva nei confronti del continente europeo, soprattutto l’angolo occidentale, agevolando fasi fredde e molto instabili con target prevalentemente indirizzato alle regioni meridionali ed ai versanti adriatici. 

Sul lungo termine rimangono ancora da stabilire gli effetti portati dall”imponente riscaldamento stratosferico paventato dai modelli proprio attorno la metà del mese. Al momento non è affatto da escludere una terza decade di febbraio con una chiusura dell’inverno che potrebbe riservare uno degli episodi invernali più rilevanti di tutta la stagione. 

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Autore : William Demasi