00:00 10 Febbraio 2006

METEOLIVE CULT: il meteo in REMI (Senza famiglia)

Un altro fantastico cartone animato insegna ai bambini i primi rudimenti meteorologici

Eccoci a parlare di Remi, altro capolavoro indiscusso dell’animazione degli anni 70 tratto dal romanzo di Malot Sans Famille, di cui la Rai aveva trasmesso anche un bellissimo sceneggiato, purtroppo mai replicato…

La storia la conoscete quasi tutti: Remi vive a Chavanon, uno dei paesini più poveri del centro della Francia. (Se lo cercate davvero trovate che esiste un’area parcheggio lungo la strada per Clermont Ferrand sul Massiccio Centrale).

Ha sempre pensato di essere figlio di mamma Barberin e di Girolamo che, in realtà, lo aveva raccolto da una cesta, ancora in fasce, lungo una strada di Parigi.

Ma le difficoltà economiche e un infortunio sul lavoro del padre putativo rendono ormai impossibile per i Barberin occuparsi del figlio adottivo. Prima viene venduta la vacca: Rossella, poi è il turno di Remi. Traumatica la separazione da mamma Barberin.

A prendersi cura di lui è un artista di strada, il signor Vitali, un italiano, che lo porta con sè a fare spettacoli in giro per la Francia. Remi apprende moltissimo da Vitali, ma la crudeltà della vita gli porterà via il suo amato padrone per sempre. La storia ha però un epilogo felice con Remi che ritrova la sua vera mamma, la signora Milligan, scopre di essere inglese, e mantiene uno stretto legame con mamma Barberin a Chavanon.

Fin qui la storia, ma la meteo?
Nel suo girovagare per la Francia, in due occasioni la meteo occupa un posto di rilievo e aiuta i fanciulli a muovere i primi passi in questa scienza affascinante.

Remi si trova per la prima volta solo quando il suo padrone viene arrestato per aver aggredito un pubblico ufficiale che aveva abusato del suo potere. Rimane così con i cani del padrone e senza soldi. Per dormire sceglie un casolare di campagna, quella magnifica campagna francese che si estende per decine e decine di km senza trovare traccia d’uomo.

E’l’alba: Remi si sveglia, un banco di nebbia lo avvolge, il cielo al di sopra è sereno, fa freddo. Il cane “Capi” si avvicina al nostro piccolo trovatello e lui, mentre la musica sottolinea la liricità del momento e il sole sorge tra due filari di pioppi, dice: “ho sentito dire che quando al mattino fa tanto freddo, poi la giornata è più bella, me lo disse una volta il padron Vitali”.

In effetti la nebbia si dilegua sotto i caldi raggi del sole e il calore riscalda la campagna spruzzata di rugiada.
Sappiamo tutti che il cielo sereno durante la notte produce forte irraggiamento, ma sappiamo anche che, dopo la dissoluzione di brumes et brouillards, come dicono i francesi, la giornata può essere soleggiata e gradualmente più mite.

Ma è il secondo episodio che ci colpisce e deve far riflettere. Sulla Francia, nel passato, le tempeste di neve da NE erano decisamente più frequenti.
Lo testimonia persino Zola nel primo capitolo del libro:”il sogno” in cui descrive una bufera di neve su Beaumont con accumuli notevoli in poche ore.

Vitali vuole raggiungere Parigi prima che giunga il temuto vento da nord. La sfortuna vuole che la neve li colga molti km prima di giungere in città: due dei cani della compagnia vengono aggrediti dai lupi. Padron Vitali viene sopraffatto dal freddo intenso e sacrifica se stesso per salvare la vita del suo Remi. Dopo la nevicata infatti la dispersione di calore è massima in atmosfera limpida e Vitali muore congelato, ma Remi si salva miracolosamente grazie ad un giaciglio di paglia e al cane rimasto che lo riscalda con il calore del suo corpo.

E’anche un modo per comunicarci quanto neve e freddo un tempo fossero un vero tormento per le classi sociali meno abbienti. Riflettere su questo non ci farà del male.
Autore : Alessio Grosso