Giungono ancora notizie contrastanti in merito quello che potrebbe essere il comportamento della circolazione atmosferica durante questa seconda decade di dicembre ormai alle porte. Nei prossimi giorni verrà concesso più spazio all'avvio di alcune dinamiche di disturbo che si manifesteranno attraverso una risalita di masse d'aria verso le regioni polari e subpolari, processo a sua volta innescato da una ripresa dei flussi di calore. Tuttavia questi tentativi non convincono ancora del tutto e adesso vi spieghiamo il perchè.
Colpiscono le ultime previsioni riguardanti il comportamento del Vortice Polare nella stratosfera, soggetto quest'ultimo ad un ulteriore, intenso raffreddamento della temperatura sino a valori di -90°C alla quota di 30hpa (circa 30.000 metri). La famigerata "soglia del NAM" convenzionalmente istituita ad un valore di 1.5, è stata superata nell'ultima decade di novembre, siamo così entrati in automatico nella cosiddetta "fase di precondizionamento del Vortice Polare Troposferico". L'indice NAM si colloca adesso ad un ragguardevole valore di +2, un dato esplicativo in merito lo stato di salute su cui versa in questo momento il nostro Vortice Polare in stratosfera.
Dalle alte quote continuano quindi a riversarsi grandi quantità di freddo che si riflettono più o meno direttamente sulla compattezza del Vortice Polare nella sottostante fascia troposferica, cioè quella che ci riguarda in modo più diretto.
Cosa significa in soldoni tutto questo?
Che al momento non possiamo ancora sciogliere la prognosi per chi si aspetta entro un breve periodo, il ritorno della variabilità meteo-climatica tipica degli inverni delle medie latitudini. Certamente nei prossimi giorni, in virtù di una parziale ripresa dei flussi di calore ed un certo allentamento della tensione zonale, verranno fatti passi in avanti verso una ritrovata dinamicità ma in ogni caso saremo lontani anni luce dai "grandiosi" scenari invernali che hanno caratterizzato annate come il 2008 o il 2009.
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Autore : William Demasi
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