00:00 12 Marzo 2011

Le NUBI annunciano TERREMOTI? Ecco le EQC, Earthquake Clouds, le nubi sismiche

Alcuni geofisici cinesi affermano che le EQC forniscono indicazioni sulla collocazione ed addirittura sulla magnitudo di un terremoto in procinto di verificarsi con un anticipo di circa trenta giorni.

Nella foto una formazione nuvolosa riconducibile a potenziale attività sismica. MeteoLive è dubbioso. 

Non possiamo certo negare che le nuvole siano spesso un presagio della situazione meteorologica a venire. Prevedere l’arrivo di un terremoto in base alla loro forma e presenza, invece, è tutta un’altra cosa.

Eppure, secondo alcuni studi effettuati da geofisici cinesi, le espressioni di queste singolari formazioni di nubi (EQC – Earthquake Clouds) durante o prima lo scatenamento degli eventi sismici costituiscono alcuni degli aspetti più sconvolgenti dell’intero problema delle stranezze percepibili otticamente in relazione con i terremoti. Sarebbe stato possibile individuare un particolare comportamento delle formazioni nuvolose presenti su alcune faglie attive alla vigilia di importanti scosse verificatesi in quegli stessi luoghi. Ai nostri occhi e soprattutto alla nostra ragione tutto ciò non sembra spiegabile in termini di dinamica atmosferica, in quanto codeste formazioni nuvolose rimangono individuabili per diverse ore immobili sugli stessi punti (cioè lungo le faglie più importanti) mentre le composizioni di nubi circostanti continuano a muoversi. Per di più le immagini termiche del suolo mostrano temperature molto più alte lungo le configurazioni tettoniche della faglia rispetto alle zone circostanti. I predetti geofisici cinesi sono invece convinti del rapporto tra definiti sviluppi nuvolosi "non meteorologici" e lo scatenarsi di terremoti di notevole entità ed affermano che le EQC forniscono indicazioni sulla collocazione ed addirittura sulla magnitudo di un terremoto in procinto di verificarsi con un anticipo di circa trenta giorni.

Ma alla fine come si spiegherebbe il nesso tra nubi terremoti? I soliti studiosi cinesi, non potendo contare su una precisa teoria, si limitano ad indicare una corrispondenza con il fumo scagliato fuori dai vulcani prima delle eruzioni: il vapore acqueo sotterraneo, sottoposto ad altissime temperature e smisurate pressioni, sfonda in superficie attraverso una o più fessure. Di conseguenza sale di quota e non appena raggiunge gli strati freddi dell’atmosfera, si condensa in una formazione nuvolosa. La nuvola così generata è perciò una specie di segnale: posizione ed orientamento indicano l’ubicazione del sisma, mentre le dimensioni si riferiscono all’intensità.

Infine sono stati addirittura identificati cinque tipi diversi di EQC: le più curiose e spettacolari sono quelle a forma di linea o di piuma, singole strisce di nubi d’alta quota di larghezza variabile, molto simili a cirri rettilinei. Esse appaiono in cielo all’improvviso come la scia di condensazione di un aereo. Quelle invece a "lanterna" consistono in una riga all’interno di uno spazio vuoto apertosi in uno strato preesistente di nubi alte. La coda della nube indicherebbe l’epicentro del terremoto prossimo, e la sua lunghezza ci informerebbe sulla probabile intensità della scossa sismica.

Autore : Angelo Ruggieri