00:00 24 Novembre 2007

Le nevicate abbondanti sulle Alpi degli anni 60 e 70 erano l’eccezione, non la norma…

Considerazioni pratiche.

La diminuzione delle nevicate negli ultimi anni è un dato di fatto. Il problema però non è da ricondurre solo ad un aumento delle temperature ma segnatamente al fatto che sull’area europea meridionale transitano un numero decisamente inferiore di perturbazioni.

Molte volte abbiamo parlato di un trend positivo dell’oscillazione nord-atlantica che provoca una distribuzione pressoria sfavorevole all’ingresso dei corpi nuvolosi in arrivo da ovest sul Mediterraneo centrale.

Le perturbazioni, collegate alla corrente a getto, passano così decisamente più a nord, oltre il 48° parallelo.

Si tratta di un cambio climatico? Il trend è sufficientemente lungo per poter rispondere affermativamente a questa domanda ma al momento è impossibile stabilirne le cause. Chi riconduce il tutto al riscaldamento globale in atto fa una sintesi quantomeno riduttiva e semplicistica.

Da notare però che il paragone è stato fatto ponendo a confronto le annate particolarmente nevose degli anni 60 e 70; nel primo dopoguerra infatti le nevicate erano state molto meno frequenti ed abbondanti.

E’ come se un evento estremo diventasse la norma e noi lo paragonassimo costantemente ad eventi standard; sarà difficile ripetere quell’exploit proprio perchè estremo o raro.

Gli anticicloni però diventano sempre più “cattivi” aumentando i periodi asciutti sulle Alpi, con un picco tra gennaio e febbraio, due mesi importantissimi ai fini del bilancio nivometrico annuale, specie per ciò che concerne la salute dei ghiacciai.

Ci sono però già state quattro grosse eccezioni a questa regola: nella stagione 2000-2001 l’innevamento invernale è risultato eccezionale e confortante è stato l’andamento delle nevicate nell’inverno 2003-2004 con episodi frequenti e accumuli localmente da record e quello del 2005-2006 con diversi episodi nevosi, anche notevoli sulle Prealpi.
Autore : Alessio Grosso