00:00 3 Novembre 2018

La stagione temporalesca avviata verso un graduale declino; vediamo perchè

Numerose situazioni di instabilità e di tempo perturbato a sfondo TEMPORALESCO hanno interessato il Mediterraneo negli ultimi due mesi. Adesso però la stagione comincia ad essere davvero avanti ed è arrivato il momento di fare il punto della situazione. Quanto maltempo dovrà ancora subire il nostro Paese?

I temporali si nutrono del calore e dell’umidità presenti in atmosfera. Durante il periodo estivo, quando le temperature al suolo raggiungono valori elevati ed i contrasti tra le masse d’aria possono risultare molto spiccati, i temporali possono raggiungere intensità notevoli e colpiscono soprattutto le zone dell’entroterra per via del maggiore calore rispetto alle aree marittime. A Novembre occorrono delle forzanti molto spiccate per dare luogo alla nascita di cumulonembi davvero organizzati, un po’ come sta avvenendo in questi giorni nel mezzogiorno. I temporali novembrini privilegiano inoltre le località marittime rispetto a quelle di terraferma perchè in questo periodo dell’anno, la temperatura del mare risulta più elevata rispetto alla temperatura che si registra nelle zone lontane dalla costa.

Durante la stagione estiva è sufficiente un minuscolo "strappo" nella corrente a getto oppure un lieve cedimento dell’alta pressione alle quote superiori per innescare violenti temporali, durante l’autunno e soprattutto nella parte più avanzata della stagione, i sistemi temporaleschi necessitano di una importante struttura depressionaria che veicola flussi caldi ed umidi verso sul nostro Paese, in questo periodo dell’anno ne risultano particolarmente esposti il centro-sud peninsulare. Questa circolazione ciclonica è linfa per i temporali che si sviluppano laddove soffia il vento di Scirocco.

In questo periodo dell’anno, le ore di luce diminuiscono: al nord le temperature attuali risultano insufficienti per ripristinare condizioni di energia adeguate negli strati di aria prossimi al suolo. Insomma non fa abbastanza caldo e su queste regioni il rischio di forti temporali da questo momento in avanti tende decrescere.

Nelle ultime settimane la fascia dei contrasti lungo la quale si sviluppano i principali fenomeni temporaleschi, sta gradualmente ma inesorabilmente scivolando verso sud. Ecco perché le basse latitudini del Mediterraneo vengono continuamente battute dai temporali più intensi che prediligono aree con valori termici (sia delle acque superficiali che dell’aria) più elevati.

Con l’ulteriore avanzamento della stagione è presumibile ipotizzare una sempre minore intensità dei fenomeni che nelle prossime settimane anche sul Mezzogiorno tenderanno a divenire meno organizzati e persistenti.

Foto by William Demasi

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Autore : William Demasi