00:00 16 Ottobre 2017

La sensazione di “tempo finto”

Capita sempre più spesso.

In un regime di alta pressione a ottobre o anche a marzo, capita sempre più spesso, specie nelle città della Valpadana e in tutte quelle situate in conche, dove la ventilazione risulta talvolta inapprezzabile, di vivere un tempo finto, dove scene di questo mondo diventano improvvisamente come ambientate "in interni".

Non stiamo parlando di quelle belle giornate con cielo azzurro e di grande visibilità, ma di quelle con quel sole pallido e una gran foschia che non suscitano la curiosità di nessuno.

Si vive senza tempo atmosferico: le persone, la strada, i palazzi, le macchine, tutti vivono quasi chiusi in una scatola, in cui tutti gli spazi sembrano improvvisamente ridursi e gli scenari naturali di  "cartapesta".

Passeggiando per le vie del quartiere di una grande città si vede che l’uomo prevale su tutto, con le sue chiacchiere, le sua urla, i suoi clacson, le sue liti e pare che la natura si sia improvvisamente fermata, gli alberi ci sono ma sono fermi, spettatori passivi del trionfo del cemento, nessuno ci bada, l’uomo diventa il protagonista della scena, le nuvole, il vento, la pioggia e nemmeno il sole, che pare quasi malato, influenzano più la sua vita.

Per fortuna ogni tanto questo mondo in scatola viene improvvisamente interrotto dal passaggio di un fronte, di un acquazzone, di un colpo di vento, la gente si ripara, scappa, finiscono le chiacchiere, gli schiamazzi, il tempo si muove e riprende lo spazio che gli è dovuto, per fortuna…si interrompe la mediocrità.

Autore : Alessio Grosso