00:00 31 Marzo 2020

La PAURA del covid-19 ci perseguiterà anche quando potremo uscire di casa

Da Washington a Roma, da Londra a Tokyo lo shock da Covid-19 ci perseguiterà per parecchio.

L’ansia di ammalarsi nella fase acuta della malattia, ma anche il timore di contrarla quando il contenimento sarà terminato e la nostra prudenza si rilasserà, l’angoscia che possa rimanere latente e che possa essere sconfitta del tutto solo quando saremo tutti vaccinati, cioè tra almeno un anno e mezzo.

Cosi ragionano in molti oggi: si passerà dalla paura palpabile a quella che alberga dentro di noi, pronta ad emergere nel primo momento di socializzazione post isolamento: dal viaggio in metropolitana, all’incontro con gli amici al bar sino a quello di una riunione in ufficio con i colleghi. (Già ufficio, lavoro, a tal proposito, molti avranno ancora un lavoro? Ma questo è un altro argomento).

E’ vero, avremo la mascherina, chissà per quanto, ma il vedere qualcuno tossire e starnutire ci inquieterà. E come fare per l’attività sportiva: andremo negli spogliatoi con la mascherina, i rugbisti non potranno più placcarsi, i calciatori dovranno tenere la mascherina per tutta la partita? Qualcosa non quadra, non ancora.

Il momento in cui torneremo alla "normalità" potrebbe essere (per molti) anche peggiore di questo isolamento forzato, che in fondo ci protegge contro il nemico e ci rassicura.

E in hotel? Come faremo a frequentare gli alberghi: ci chiederemo se le stanze sono state perfettamente igienizzate prima del nostro arrivo, se l’aria condizionata è stata sanificata, se nelle sale da pranzo dovremo tenere la mascherina anche per mangiare, se verrà rispettata la distanza di sicurezza, se potremo andare al buffet liberamente o se si dovrà andare scaglionati, se i bambini potranno frequentare l’animazione.

A tal proposito chissà cosa ne sarà (almeno per quest’anno) di tutti i camp estivi: da quelli oratoriali a quelli multisport, alle scuole natura in montagna (quanti si sentiranno di mandare i propri figli?).

E in spiaggia, ammesso ma non concesso che entro agosto si possa andare al mare. Come faremo in spiaggia? La passeggiata sul lungomare si potrà fare a turno secondo la fila degli ombrelloni?

E chi occupa la spiaggia libera si potrà muovere liberamente? E per mangiare il gelato la fila dovrà rispettare la distanza di sicurezza? E per fare il bagno al mare anche? E le passeggiate serali in paese, quei bagni di folla tra negozi, ai piano bar, nelle sale giochi, saranno ancora possibili?

E anche se lo fossero, le affronteremo senza pensieri? Poi arriverà settembre, le giornate si accorceranno, si tornerà a scuola, al lavoro e al primo raffreddore, mal di gola e tosse che prenderanno i nostri figli quell’ansia ritornerà, inevitabile, perché ormai il virus ci ha scavato dentro e occorrerà molto più tempo per metabolizzarlo.

Sarebbe assurdo infatti, diranno in molti, beccarsi il covid-19 dopo tutti i sacrifici fatti e ad emergenza ormai quasi terminata.

Come vedete però sono talmente tanti i punti oscuri che dovremo affrontare quando torneremo a fare vita normale che porsi tutte queste domande, avere tutti questi dubbi, queste angosce, è assolutamente condivisibile o "COVIDisibile".

Autore : Alessio Grosso