La neve esposta alle radiazioni solari si comporta come un sistema che depura l'atmosfera dagli inquinanti emessi dalle attivita' umane e dai processi biologici che avvengono in superficie.
Lo sostengono i risultati dell'attivita' scientifica condotta
dall'Istituto sull'inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr nelle
aree polari e montane.
L'importante scoperta - si legge sul sito del Cnr - riguarda
la chimica dei composti contenenti azoto nelle aree innevate, e,
in particolare, la produzione fotochimica di ossidi di azoto e
acido nitroso (in formula chimica HNO2) nell'aria interstiziale
della neve, dalla quale essi vengono poi nuovamente trasferiti
in atmosfera.
In altri termini, nell'atmosfera libera, l'acido nitroso si
converte in radicali ossidrile (un atomo di ossigeno legato a
uno di idrogeno, OH), che svolgono un'azione molto energica di
ossidazione nei confronti delle sostanze presenti, comprese le
molecole inquinanti.
''Questi risultati dimostrano che le precipitazioni non sono,
l'atto terminale della rimozione degli inquinanti
dall'atmosfera, bensi' entrano nei complicatissimi processi
chimici e fisici dell'atmosfera, in modo inaspettato, come
elementi di depurazione della stessa'', spiega il professor Ivo
Allegrini, direttore dell'Iia-Cnr.
Un 'paradosso' molto interessante se si tiene conto del fatto
che l'acido nitroso e' considerato un inquinante molto tossico
in quanto responsabile della possibile formazione di
nitrosammine cancerogene, in particolare negli ambienti interni.
Nelle zone innevate e in montagna, invece, questa sostanza si
rivela molto utile, ad ulteriore dimostrazione della
multivalenza dei processi che avvengono nell'ambiente.
L'attivita' di ricerca nelle aree polari e montane e' stata
condotta nell'Artico dalla stazione scientifica del Cnr
'Dirigibile Italia'.