00:00 19 Agosto 2010

La natura è cieca

Non si può pensare che le configurazioni bariche tengano conto che le Alpi sono spesso un baluardo invalicabile per le perturbazioni.

Spesso l’aria fredda avanza baldanzosa verso le Alpi e poi non ha la forza di valicarle. La deformazione dei corpi nuvolosi operata dalla catena alpina è oggetto di studio costante e di aggiornamenti, dai quali i meteorologi non potranno più prescindere nell’interpretare i dati proposti dai modelli per l’elaborazione delle previsioni.

L’arco alpino funge da autentica barriera delle masse d’aria che devono trovare vie alternative per penetrare nel Mediterraneo.

La porta della Bora o quella sempre meno battuta del Rodano sono le due vie d’uscita principali durante la stagione invernale. D’estate la via può essere anche più diretta sfruttando i valichi alpini ma si tratta generalmente di fenomeni su piccola scala.

Certamente se provassimo ad escludere per un attimo la catena alpina, vedremmo le perturbazioni attraversare rapidamente tutta la Penisola, i fenomeni forse si estremizzerebbero al centro-sud, in Valpadana ci sarebbe maggior ventilazione, meno nebbia, con sbalzi termici molto più accentuati rispetto a quelli attuali.

Scomparirebbero però le nevicate da cuscinetto freddo, ma diverrebbero più frequenti i rovesci di neve sino in pianura anche nelle stagioni intermedie. La realtà è comunque ben diversa e non si può pretendere che la natura riesca a comprendere che con correnti da NNW non basterebbero cento perturbazioni per far cadere piogge consistenti sul nord Italia, salvo rarissimi casi in cui la corrente a getto risultasse molto, ma molto intensa. E’ anche vero però che una volta superate le Alpi, le perturbazioni tendono in molti casi a ricomporsi, a riorganizzarsi e a presentarsi ancora sufficientemente attive sulle regioni centro-meridionali. Quanto alle avvezioni fredde deputate ad accompagnarle, spesso se ne perdono inspiegabilmente le tracce e qui si ritorna all’affidabilità(?) dei modelli.

L’alta pressione non è comunque conscia del fatto che permanendo in condizioni scomode, ad esempio ad ovest del continente, crea tutti questi grattacapi ai previsori e distribuisce la pioggia in modo irregolare.

Autore : Alessio Grosso